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La proposta di legge del senatore Fazzone: "Riattivare il nucleare in Italia"

Non si fa attendere la risposta di Europa Verde, completa di un'analisi sui costi di realizzazione e delle materie prime

Fa discutere la proprosta di legge del senatore pontino di Forza Italia Claudio Fazzone, presidente della commissione Ambiente del Senato, per rilanciare il nucleare in Italia. Il disegno di legge 1063 del 2024 "Disposizioni per la riattivazione delle centrali nucleari sul territorio nazionale e la costruzione di nuovi impianti di produzione di energia nucleare" propone appunto di riaprire nel Paese il dibattito sull'energia nucleare e riaprire le centrali presenti, attivando anche nuovi impianti di ultima generazione cpn l'obiettivo di rendere autonoma l'Italia dalle forniture di energia.

Non si è fatta attendere la risposta di Filiberto Zaratti, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra), del comitato scientifico di Europa Verde e del circolo Europa Verde di Latina, secondo cui riaprire le centrali nucleari in Italia è una proposta che appare "irrealizzabile sia per i tempi di costruzione che non consentono di rispettare le scadenze dell´Unione Europea per la decarbonizzazione dell'energia, sia per gli elevati costi e le difficoltà di approvvigionamento del combustibile nei pochi paesi che ne sono ricchi (Australia, Kazakistan, Canada, Russia, Niger, Cina)". "In realtà - dichiara in una nota Zaratti - sembra solo un´uscita elettorale, che va a sommarsi a tutte le altre degli esponenti della destra, destinata a non avere alcun seguito".

"E' ancora più grave il fatto che la proposta venga dal presidente della commissione Ambiente del Senato - si legge ancora nella nota - Come l'´onorevole Fazzone ben sa, alcune commissioni riunite del Senato hanno avviato indagini conoscitive in materia di energia prodotta mediante fissione e fusione nucleare. La prima audizione della Camera è stata il 19 marzo e la seconda seduta sarà il 28 marzo. Forse il Senatore Fazzone prevede in anticipo i risultati dell'indagine?". Per fare chiarezza è stato interpellato il presidente del Comitato Scientifico di Europa Verde, Sergio Ulgiati, che già nel 1982 faceva parte della commissione Energia Nucleare istituita dal Comune di Latina per affrontare le problematiche del nucleare sul proprio territorio: “Le riserve note ed economicamente estraibili di uranio ammontano circa a 5.7 milioni di tonnellate (al 2022). L ́estrazione annua è di 53,700 tonnellate, sufficiente a produrre il 10% dell'elettricità mondiale, con 437 centrali per una potenza complessiva di 391,398 GWe. L ́Italia non ha miniere di uranio nel proprio territorio e dunque l ́indipendenza energetica con l'uranio è solo una favola. Difficile pensare che il Kazakistan lo venda all'Italia se Russia e Cina non vogliono. I paesi africani vendono alla Francia. I paesi asiatici alla Cina. Russia e Cina certo non lo vendono a noi, o quanto meno, non a basso prezzo. Se dovessimo coprire il 50% o il 100% della domanda elettrica del mondo (pensiamo ai paesi dell´Africa, quelli che diciamo sempre di voler aiutare a casa loro e che hanno solo 2-3 ore al giorno di elettricità dalla rete), l´uranio disponibile basterebbe solo per 20 o 10 anni rispettivamente. In realtà, chi pensa al nucleare pensa solo ai paesi ricchi, gli altri si arrangino, con buona pace della decarbonizzazione al 2035". 

Altra criticità è inoltre legata ai costi di costruzione, che gli impianti nucleari portano il kWh al costo più elevato in assoluto. "Come prontamente precisato dalla Sogin - continua Europa Verde - risulta tecnicamente improponibile anche la riattivazione delle centrali esistenti, reattori realizzati con vecchie tecnologie (moderati a grafite), non più adeguati ai requisiti di sicurezza, e per di più in via di smantellamento: si tratterebbe non di ammodernamento ma di un rifacimento vero e proprio. La questione dello smaltimento delle scorie è ferma da decenni e non vediamo come si possa risolvere in un anno come previsto dalla legge proposta da Fazzone".

Riguardo poi all'ipotesi di riattivare la centrale di Latina Europa Verde ricorda al senatore Fazzone che gli esponenti dei partiti alleati di governo intendono realizzare un porto proprio nella zona adiacente alla centrale: un accostamento che "non sarebbe consigliabile" "In conclusione - si legge infine nella nota - sviluppare tecniche di efficienza e risparmio energetico ed energie rinnovabili è una strategia molto più importante del nucleare e del metano per combattere il cambiamento climatico già nel breve periodo".

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