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Manuela Leggeri e quel legame indissolubile con la Nazionale: da capitano ad allenatrice

La giocatrice originaria di Sezze è stata scelta come assistente del ct Julio Velasco in Azzurro

Si è tenuta ieri a Roma la riunione del Consiglio Federale della Federazione Pallavolo, nel corso della quale sono stati affrontati numerosi temi. In particolare, sono stati deliberati gli staff tecnici e sanitari delle nazionali azzurre, con una novità interessante per quel che riguarda la formazione femminile. Insieme al ct Julio Velasco e ai due viceallenatori Massimo Barbolini e Lorenzo Bernardi, ci sarà infatti come assistente allenatore Manuela Leggeri.

È una scelta importante perché si sta parlando di un vero e proprio momento per la Nazionale Femminile: nata a Ceriara di Sezze nel 1976, infatti, è la quarta giocatrice più presente con questa maglia con ben 326 partite disputate (meglio di lei hanno fatto soltanto Eleonora Lo Bianco, Francesca Piccinini e Simona Rinieri), oltre che storico capitano delle Azzurre. In Nazionale l’ex centrale può vantare un palmares di tutto rispetto: l’oro mondiale del 2002, l’argento e il bronzo europei (rispettivamente nelle edizioni 2001 e 1999), oltre all’argento nel World Grand Prix del 2004. A livello di club, poi, ha vinto praticamente tutto, vale a dire tre scudetti, tre edizioni della Coppa Italia, due Supercoppe Italiane, una Champions League e tre Coppe CEV.

Da due anni inoltre è stata inserita nella Hall of Fame del volley italiano, un riconoscimento più che meritato visti gli anni di carriera, cominciata nel lontano 1991 in Serie D con la Pallavolo Priverno. Già a distanza di un anno fu capace di esordire in A1 con la Fincres Roma, rimanendovi per due anni e vincendo la sua prima Coppa CEV. La prima convocazione in Nazionale risale invece a quando aveva 18 anni. Il ritorno in A1 avvenne in quel di Altamura, passando poi alla Virtus Reggio Calabria, Spezzano e Napoli (seconda CEV conquistata).

Risale alla stagione 1999-2000 l’ingaggio col Volley Modena, formazione con cui rimase per tre anni e in cui raggiunse l’apice della carriera: vinse infatti un campionato, una Coppa Italia, una Coppa CEV e una Champions League, mentre con la nazionale, di cui era diventata capitano, partecipò per la prima volta alle Olimpiadi.  Jesi, Padova, Sassuolo, Perugia, Piacenza e Brescia sono state le ultime tappe di un percorso affascinante e a dir poco invidiabile.

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