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Venerdì, 26 Aprile 2024
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“Acqua in rete”, nuovo dossier di Legambiente: i dati di Latina e del Lazio

Provincia pontina fanalino di coda in tutta la regione per depurazione, terza in Italia per dispersione dove a guidare la classifica è Frosinone. Sacchi: “L’acqua è un bene comune e prezioso: risanare gli acquedotti è priorità assoluta"

E’ stato presentato oggi, 22 marzo, in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua il nuovo dossier di Legambiente “Acqua in Rete. Un report che raccoglie tutti gli studi su consumi, dispersione, utilizzo, captazione della risorsa idrica.

Il Lazio, viene spiegato, è “tra le regioni più virtuose per consumi medi procapite, con 133 litri/abitante/gg, Roma peggior capoluogo con 165,2 litri/abitante/gg. Problemi enormi invece per quanto riguarda la dispersione negli acquedotti: non solo la città metropolitana di Roma, con il 38% di acqua persa in rete ha una dispersione oltre la media nazionale, ma la provincia di Frosinone con il 77,8% ha il record italiano di dispersione e Latina è terza con 70,3%. Sulla capacità depurativa va meglio nelle province di Frosinone (91% di utenze allacciate ai depuratori), Roma (87%), Rieti (84%), Viterbo (82%), male il dato in provincia di Latina (74%). Nel Lazio viene prelevata il 12,5% di tutta la risorsa idrica nazionale e sono 51,6 milioni di metri cubi il consumo annuo per usi domestici”.

“L’acqua è un bene comune e prezioso: risanare gli acquedotti è priorità - commenta Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio - prima di costruirne di nuovi che rischierebbero di svuotare le falde sotterranee e far precipitare la qualità biologica dei fiumi, che così si ritroverebbero con risorsa idrica ben al di sotto del minimo deflusso vitale. Nel Lazio, nonostante un consumo di litri di acqua a persona sotto la media, c’è ancora un deficit depurativo consistente e un enorme problema di dispersione idrica negli acquedotti colabrodo, a Roma e ancor più a Frosinone e Latina; se non si aggredisce questo macroscopico deficit infrastrutturale è inutile immaginare di emungere ulteriore acqua dal sottosuolo o svuotare laghi o fiumi, peraltro nell’era dei mutamenti climatici con, davanti a noi, tante stagioni di siccità che arriveranno. È per questo che chiediamo ai gestori del servizio idrico di porre il risanamento degli acquedotti al centro delle azioni, così come abbiamo chiesto al governo nazionale di destinare una parte dei fondi del PNRR proprio alle tubature colabrodo”. 

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