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Coronavirus, bar e ristoranti chiusi alle 18: monta la protesta. I commercianti scendono in piazza

La locandina che annuncia la manifestazione: "Ci hanno lasciati esercenti, bar, ristoranti e palestre. Ne danno il triste annuncio Giuseppe Conte e il Governo"

Monta la protesta tra i ristoratori e i gestori di pub, locali, bar e palestre di tutta Italia e anche di Latina. Il nuovo Dpcm del Governo impone infatti la chiusura anticipata per tutti alle 18, il che significa, per molti, non aprire affatto. Circola dunque sui social una locandina che annuncia una manifestazione programmata per oggi, 26 ottobre, in Piazza del Popolo a Latina alle 18. 

"Ci hanno lasciati esercenti tutti, bar, ristoranti, palestre. Ne danno il triste annuncio Giuseppe Conte e il Governo", si legge nella locandina- epigrafe che dà appuntamento alla "camera ardente" del cimitero di Piazza del Popolo. "Come si può campare restando aperti solo la mattina con tutti i costi di gestione che abbiamo? - dice Gianluca Di Cocco, titolare del ristorante Made in Italo il Velletrano - Caro Conte, cari amministratori locali e nazionali, vi dico che io non chiudo". La voce di Di Cocco è quella di molti altri gestori di locali, che si ritrovano con magazzini pieni di merce acquistata anche in previsione delle cerimonie che fino a qualche settimana erano consentite e che ora sono state bloccate. Gli esercenti si ritrovano dunque nell'impossibilità di pagare i fornitori e anche il personale e nella difficoltà di sopravvivere a questo nuovo parziale lockdown.

"Le misure annunciate dal governo costeranno altri 2,7 miliardi di euro alle imprese della ristorazione - spiega in una nota la Fipe Confcommercio - Se non accompagnate da contemporanee e proporzionate compensazioni di natura economica, sarebbero il colpo di grazia per i pubblici esercizi italiani, che già sono in una situazione di profonda crisi, con conseguenze economiche e sociali gravissime. I ripetuti annunci di chiusure anticipate – prosegue la Federazione dei pubblici esercizi - hanno già prodotto la desertificazione dei locali e, indipendentemente dalle novità sugli orari effettivi di apertura, le restrizioni devono essere accompagnate dai provvedimenti di ristoro economico in termini di indennizzi a fondo perduto, crediti d'imposta per le locazioni commerciali e gli affitti d'azienda, nuove moratorie fiscali e creditizie, il prolungamento degli ammortizzatori sociali e altri provvedimento di sostegno a valere sulla tassazione locale".

Interviene anche il sindaco di Latina Damiano Coletta: "Noi sindaci dobbiamo tutelare la salute dei cittadini e nelle stesso tempo dobbiamo tutelare quella parte del settore produttivo che è stata più colpita pur se ha dimostrato senso di responsabilità nel gestire le misure di prevenzione sanitaria. Sono molto preoccupato per l'impatto economico e psicologico che si potrà avere nei settori della ristorazione, sport e cultura. La situazione sanitaria d'altro canto è preoccupante. Concordo con il Presidente dell'Anci Antonio Decaro nel suo appello al Governo: ristoro concreto e immediato a chi chiude e rispetto delle regole e senso di responsabilità da parte dei cittadini. Solo se ci prendiamo questi impegni ne verremo fuori".

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