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Coronavirus, D’Amato: “Nel Lazio il picco dei contagi atteso nei prossimi giorni”

Il punto della situazione dell’assessore regionale alla Sanità che torna sull’ipotesi della quarta dose anche per persone con meno di 80 anni. Poi aggiunge: “Cambiare le regole per l’isolamento degli asintomatici"

"Nel Lazio, attendiamo il picco da qui a qualche giorno, anche se i dati di oggi sono in lieve calo rispetto ai giorni scorsi”: a parlare è l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato, intervenuto per fare il punto della situazione sul coronavirus a margine della presentazione del portale dedicato alla salute mentale della ASL Roma. 

Anche il Lazio in questa fase sta infatti conoscendo una ripresa della curva dovuta in particolare alla diffusione della sottovariante Omicron 5. Proprio per via dell'andamento dei contagi, l'assessore si è detto "d'accordo a iniziare a vaccinare (con dose booster, ndr) anche fasce di età più basse degli over 80, proprio per consentire la massima copertura possibile in un momento in cui la curva epidemiologica è ancora in crescita”. Una posizione che era stata espressa già nei giorni scorsi da D’Amato che torna a ribadire che questo “non è il momento delle restrizioni ma quello della consapevolezza e della responsabilità. Ecco perché noi diciamo di vaccinarsi e non indugiare, soprattutto agli anziani e ai fragili. Suggeriamo anche - ha aggiunto - di portare sempre con sé la mascherina, perché è vero che fa caldo, ma se si sta in un luogo chiuso in cui non ci sono condizioni per rispettare i distanziamenti, è sempre bene metterla". 

Quanto ai vaccini aggiornati, l'assessore ha chiarito: "Non ci sono novità al riguardo, sono stati solo annunciati. Ma non sappiamo esattamente quando saranno disponibili. Ecco perché, vista questa incertezza sui tempi è importante che il mondo scientifico e il ministero della Salute diano indicazioni chiare rispetto all'abbassamento dell'età vaccinabile, che dal mio punto di vista è un elemento molto importante".

Un altro punto su cui è tornato l’assessore è quello legato alle regole per quanto riguarda l'isolamento degli asintomatici che secondo lui andrebbero cambiate. “Abbiamo circa duemila operatori dei servizi pubblici essenziali in quarantena ma senza sintomi - ha spiegato -. Chiediamo che venga fatta una riflessione su questo perché - ha poi concluso - in altri Paesi hanno consentito ai positivi senza sintomi di rientrare in servizio dopo 5 giorni con mascherina Ffp2".

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