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Contagi nelle Rsa, l'allarme dei sindacati: "Occorrono prevenzione e riorganizzazione"

L'ultimo cluster a Villa Silvana, con oltre 50 positivi tra operatori e degenti. L'intervento dei sindacati dei pensionati che chiedono maggiori tutele

I contagi da covid nelle Rsa continuano. L'ultimo caso è quello di Villa Silvana, nella città di Aprilia, dove sono stati trovati 47 positivi tra ospiti e operatori, a cui, nel corso della giornata di ieri, si sono aggiunti altri sette operatori. Sul caso intervengono ora i segretari di Spi Cgil Beatrice Moretti e Raffaele D'Ettorre, di Fnp Cisl Umberto Coco e Giuseppe Di Prospero, Uilp Uil Carlo Pezzoli e Valerio Natale, che sollecitano la Asl, il prefetto di Latina e il sindaco del capoluogo Damiano Coletta in qualità di presidente della Conferenza dei sindaci sulla Sanità, a riattivare il tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali dei pensionati. "I contagi - spiegano i segretari dei tre sindacati - dimostrano che occorre intervenire tempestivamente affinché le strutture di lungodegenza non diventino focolai incontrollati. Per questo non bisogna abbassare la guardia anche a fronte della campagna di vaccinazione, ma bisogna continuare ad operare con forti misure di prevenzione".

"In questa fase - commentano ancora i sindacalisti - è importante anche consentire le visite dei parenti, nel rispetto di tutte le misure di sicurezza, in quanto l’isolamento totale non serve per evitare i contagi, perché il virus entra per altre vie, come nel caso della Rsa di Aprilia, e i danni provocati dall’isolamento e dalla solitudine di persone così fragili sono enormi. Sulle Rsa dovrà prevalere il concetto concreto che “nulla dovrà essere come prima. Da anni, sosteniamo come siano necessari investimenti per la costruzione di sistemi territoriali per anziani e disabili di tipo domiciliare, di riorganizzazione, all’interno dei servizi territoriali, delle strutture semi residenziali e residenziali. È urgente insomma una riorganizzazione delle Rsa e delle altre strutture residenziali per anziani e disabili delle strutture di lungodegenza con la sperimentazione e la promozione di forme residenzialità innovative, anche con l’obiettivo di far rimanere a casa le persone o comunque nel proprio contesto sociale e contestualmente va messo in atti un piano di formazione del personale che opera in tali strutture".

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