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IL CASO

Docenti in servizio con i titoli falsi: “Una truffa al merito che mortifica la scuola"

Il caso esploso nei giorni scorsi. La coordinatrice provinciale della Gilda, Giovannini: “All’origine c’è disinformazione, controlli superficiali o tardivi e carenza di organici. Ci auguriamo ora un’indagine seria che faccia chiarezza e pulizia”

"Dietro la vicenda dei falsi titoli per l’abilitazione all’insegnamento si cela una truffa al merito. I problemi di fondo sono disinformazione, valutazioni tardive e mancanza di personale nelle scuole”: interviene la coordinatrice provinciale della Gilda Insegnanti di Latina, Patrizia Giovannini, sul caso che ha interessato decine di docenti - circa una quarantina a oggi dopo gli ultimi due decreti di inizio settimana - esclusi dalle graduatorie provinciali e rimossi dall’incarico per mancanza dei requisiti richiesti.

Un caso che ha destato molto scalpore. “Alcuni degli insegnanti coinvolti – spiega Giovannini - sono stati raggirati con la promessa di poter accedere velocemente nel mondo della scuola. Ad oggi per insegnare si richiedono sempre più competenze e quindi titoli, di varie tipologie, anche post laurea. Ciò ha generato nell’ultimo decennio una sorta di compravendita dei titoli più banali per accedere alle graduatorie con punteggi più elevati. Ma su questo ‘mercato’ manca a tutt’oggi il controllo diretto da parte prima del Ministero, poi di tutti gli altri organi competenti, dagli istituti agli uffici scolastici”.

“Nella vicenda sollevata solo ora in provincia di Latina, – continua la segretaria della Gilda - l’Ambito territoriale, su segnalazione di una dirigente scolastica, sta compensando le mancate valutazioni non operate precedentemente dalle scuole. È un lavoro che si dovrebbe fare a tappeto su tutto il territorio nazionale per tutelare coloro che, invece, hanno conseguito regolarmente titoli e competenze. Purtroppo le validazioni non vengono eseguite nei tempi previsti e utili, spesso anche a causa del personale ridotto. Come sindacato abbiamo chiesto al Ministero un potenziamento dell’organico, soprattutto nelle scuole del Lazio e della provincia che soffrono maggiormente di un sottodimensionamento. Ma a questa richiesta non è mai stato dato seguito, coi risultati che vediamo oggi”.

Un’altra richiesta avanzata al Ministero già da tempo, in previsione di quanto emerso in questi giorni, è quella di pubblicare un elenco preciso degli enti di formazione accreditati e riconosciuti, perché siano visibili e facilmente accessibili a tutti. “Purtroppo, anche questa richiesta – sottolinea Giovannini - non è stata ancora evasa. Ci auguriamo che a fronte di quanto accaduto parta un’indagine seria e capillare che faccia chiarezza e pulizia. Questa vicenda finisce col penalizzare soprattutto coloro che sono inseriti nelle graduatorie correttamente e che a oggi non hanno ottenuto una supplenza poiché scavalcati dai non aventi diritto. Il sindacato è a disposizione per accompagnare questi docenti nella tutela dei propri diritti. In tutta questa triste storia – conclude la coordinatrice pontina - nessuno considera l’impatto negativo sugli studenti”. 

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