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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Medici, dirigenti e infermieri: dopo lo sciopero del 5 dicembre la vertenza non si ferma

Diverse le adesione che si sono registrate anche a Latina, con ripercussioni sull'attività sanitaria programmata, visite ed esami. I sindacati pronti a proclamare altre giornate di sciopero a gennaio

Il 5 dicembre scorso lo sciopero nazionale dei medici e degli infermieri, proclamato dai sindacati Anaao Assomed, Cimo Fesmed e Nursing Up, ha fatto contare solo nell'ospedale di Latina 17 adesioni. Le criticità maggiori nei servizi all'utenza si sono registrate nelle attività ambulatoriali e nell'attività in elezione, come visite e interventi programmati, a cui si è cercato di fare fronte con i medici dei reparti. Non è stata invece intaccata l'attività sanitaria di emergenza.

Ma la vertenza sindacale della categoria non si ferma.  “La giornata del 5 dicembre, con lo sciopero nazionale e le manifestazioni in tutta Italia, ha visto una enorme partecipazione e una eco mediatica che ha superato i confini nazionali – dichiarano Pierino Di Silverio, segretario Nazionale Anaao Assomed, Guido Quici, presidente Cimo-Fesmed e Antonio De Palma, presidente Nursing Up - Ha inoltre segnato l’inizio di un nuovo percorso di mobilitazione che vede finalmente uniti medici, dirigenti sanitari ,infermieri. La richiesta emersa con voce unanime è stata: rispetto per la professione. Apprendiamo con soddisfazione della dilatazione dei tempi parlamentari per l’approvazione della manovra, ottenuta anche per rivedere la norma sul taglio delle pensioni dei sanitari all’indomani del successo della nostra protesta, e auspichiamo dunque che in questi giorni sia possibile modificare la bozza di legge di bilancio prevedendo gli aggiustamenti che chiediamo".

Alla base delle rivendicazioni sindacali, investimenti nel Servizio sanitario nazionale, non solo con finanziamento ma anche con leggi che consentano il rilancio del settore; un nuovo piano di assunzioni nella sanità; l'aumento delle retribuzioni e il rinnovo dei contratti; la revisione del modello contrattuale con rispetto per le specificità sanitarie; la depenalizzazione dell'atto medico e sanitario. "In assenza di risposte la vertenza non si fermerà - continuano i sindacati - e per dar seguito alla nostra azione congiunta iniziata il 5 dicembre e nel rispetto dei regolamenti, siamo pronti a proclamare altre giornate di sciopero a gennaio 2024. Se le nostre richieste continueranno ad essere ignorate proseguiremo il percorso di mobilitazione, allargando il fronte della partecipazione, perché quello che oggi viene percepito come problema professionale venga avvertito anche come problema sociale, che riguarda non solo gli operatori della sanità, ma anche e soprattutto i cittadini. Porteremo dunque in piazza tutti coloro che hanno a cuore il Ssn, ed arriveremo a rappresentare le nostre doglianze, negli interessi della salute collettiva, sino alle sedi istituzionali sovra nazionali. La nostra azione è racchiusa in questo slogan La sanità pubblica non si svende, si difende’ e non ci fermeremo fino a quando non arriveranno soluzioni concrete e operative a problemi che molti osservano ma pochissimi affrontano. Chiediamo solo di lavorare meglio in un servizio sanitario migliore”.

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