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Il caso / Ventotene

Restrizioni sui trasporti delle merci, serrata dei commercianti di Ventotene: "L'isola al collasso"

Problemi sui trasporti delle materie prime: le merci non possono viaggiare sfuse. Ma i rincari sono elevatissimi e insostenibili. Da lunedì 19 le attività abbassano le saracinesche

I commercianti di Ventotene sul piede di guerra. Alle prese con disagi dovuti alle sempre maggiori difficoltà nell'approvvigionamento delle merci, annunciano, a paitire da lunedì 19 febbraio, una serrata: saracinesche abbassate a oltranza "fino a quando non si troverà una soluzione che consenta la possibilità di continuare a rendere vive e abitate le isole di Ventotene e Ponza, territori fragilissimi e in inverno quasi totalmente disabitati".

Un documento firmato da molti esercenti e imprenditori dell'isola è stato inviato al sindaco Carmine Caputo, al comando stazione dei carabinieri e alla tenenza della guardia di finanza dell'isola. Nella lettera si spiega che ormai da diverse settimane i residenti di Ventotene hanno grandi difficoltà a reperire materie prime, se non a prezzi quadruplicati rispetto al valore del bene. Un esempio su tutti riguarda la frutta e la verdura che devono essere trasportate su camion e non possono viaggiare sfuse nel garage della nave, come avveniva fino a qualche tempo fa. Il cambio di rotta della società di navigazione ha di fatto contribuito a un notevole rincaro dei costi delle materie prime, che ricade sulla popolazione stabilmente residente. Ventotene conta in inverno 300 abitanti, per arrivare nelle punte massime estive a poco più di 4mila presenze giornaliere. La viabilità dal porto al paese è già abbastanza difficoltosa e consente a malapena l'accesso delle auto e di autocarri di piccole dimensioni. "A queste difficoltà si aggiungono ora le ulteriori restrizioni imposte che la società Laziomar, gestore dei collegamenti marittimi per le isole ponziane - scrivono i commercianti - ha posto in essere proprio relativamente al trasporto, inibendo quello delle merci non accompagnate e che non viaggiano su ruote".

Il 14 febbraio si è già tenuto un vertice in prefettura con i sindaci di Ventotene e di Ponza, il direttore di Laziomar, il dirigente regionale, il comandante della capitaneria di porto di Gaeta. "Pur apprezzando lo sforzo del prefetto di autorizzare in deroga il trasporto di medicinali, siero per analisi e giornali, gli operatori commerciali di Ventotene - si legge nella nota - proprio in considerazione delle peculiarità dell'isola, richiedono con forza un ulteriore sforzo affinché sia consentito il trasporto delle merci in deroga alle norme generali, fatte salve le norme igienico sanitarie. L'eventuale conferma dell'obbligo di trasporto su ruote, su un'isola non provvista di un'adeguata viabilità - continuano i commercianti - oltre a rappresentare un cospicuo aggravio dei costi delle merci stesse, rischia di diventare un grave problema di ordine pubblico per la gestione di tutti gli automezzi che sarebbero costretti a sostare sull'esiguo spazio del porto di Ventotene".

I commercianti suggeriscono di individuare un'area autorizzata nei garage delle navi da adibire al carico delle merci, per ridurre il numero dei veicoli trasportati. "Chiediamo agli organi competenti - concludono - di adoperarsi con solerzia per trovare una soluzione che possa garantire il sostentamento e la sopravvivenza dell'isola. Lo Stato non ci abbandoni. Il protrarsi delle restrizioni sul trasporto porterebbe l'isola al collasso". In attesa di una soluzione i commercianti annunciano che dal 19 febbraio le saracinesche delle attività resteranno abbassate.

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