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Vaccini e mix eterologo: nel Lazio l’ipotesi del consenso informato per la seconda dose

L’intervento dell’assessore D’Amato: “Circa il 10% nella fascia d’età 50/59 anni rifiuta il mix di vaccini. Il punto è avere indicazioni chiare su come trattare questa quota di cittadini”

"Lazio allineato con le decisioni del Ministero della Salute": tiene a ribadire questo punto l’assessore regionale Alessio D’Amato intervenuto oggi sul delicato tema del mix eterologo per i cittadini under 60 che hanno ricevuto la prima dose con il vaccino AstraZenecea e che attendono ora di fare il richiamo, completando il ciclo con Pfizer o Moderna.

"Il 10% dei 50enni rifiuta il mix di vaccini"

La questione è delicata ed è esplosa negli ultimi giorni dopo lo stop all’uso di AstraZeneca per le persone di età inferiore ai 60 anni e il via libera al mix di vaccini contro il coronavirus. “Nel Lazio - dichiara l’assessore D’Amato - abbiamo applicato per primi quanto stabilito dal Ministero senza alcuna riduzione del numero delle somministrazioni giornaliere che è stabilmente al di sopra del target assegnato, e senza alcun problema all’interno degli hub vaccinali. Il tema è che vi è una quota di cittadini, ad oggi stimata intorno al 10%, nella fascia d’età 50/59 anni che rifiuta il mix eterologo. Il punto è avere indicazioni chiare su come trattare questa quota, che merita la medesima attenzione di tutti gli altri e che non può rimanere nel limbo".

L'ipotesi del consenso informato

"Si tratta - prosegue ancora D’Amato - di decidere cosa fare con questi cittadini che rifiutano il mix eterologo. Lasciarli con un'unica somministrazione di vaccino, senza completare il percorso e senza di conseguenza rilasciare il certificato vaccinale? Oppure rimettere la valutazione al medico in scienza e coscienza? Noi crediamo che la strada sia quest’ultima ed è per questo che abbiamo sottoposto all’attenzione del Ministero della Salute un’ipotesi di consenso informato, per permettere il completamento della vaccinazione, soprattutto in un momento in cui circolano varianti che potrebbero inficiare il percorso che ci porterà verso l’immunità". 

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