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Venerdì, 26 Aprile 2024
La tragedia / Aprilia

Operaio perde la vita schiacciato dal muletto: “Ennesima tragedia. Di lavoro si continua a morire”

L’intervento dei sindacati Cgil, Cisl e Uil dopo la tragedia in un’azienda di Aprilia dove è deceduto un giovane di 32 anni. Proseguono intanto le indagini

Sono in corso le indagini dei carabinieri per chiarire quanto accaduto nel pomeriggio di sabato 18 giugno ad Aprilia dove un giovane di 32 anni, Simone Tavaglione, ha perso la vita in un incidente sul lavoro, l’ennesimo anche nel territorio pontino. Da una prima ricostruzione l’operaio, originario del beneventano ma che viveva a Nettuno, è rimasto schiacciato dal muletto che stava guidando in un’azienda che produce pellet e che, per cause che sono ancora in fase di accertamento, si è ribaltato. 

Inutili i tentativi di salvare la vita al 32enne, per il quale purtroppo non c’è stato niente da fare. La Procura ha aperto un inchiesta e le indagini sono state affidate ai carabinieri che nel pomeriggio di sabato sono giunti sul luogo dell'incidente insieme ai sanitari del 118. 

“La tragedia che si è consumata sabato scorso ad Aprilia, che ha lasciato sul suolo privo di vita un giovane operaio di Nettuno testimonia ancora una volta quanto la salute e la sicurezza sul lavoro sia un capitolo che deve essere necessariamente riscritto. Di lavoro si continua a morire ogni giorno, o perché si cade da una impalcatura o perché si resta schiacciati da un mezzo meccanico o per altre cause” hanno commentato attraverso una nota congiunta i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil di Latina, rispettivamente Giovanni Gioia, Roberto Cecere e Luigi Garullo. 

“Agli organi competenti spetta il compito di fare chiarezza su questa ennesima tragedia – dicono i sindacalisti - ma non possiamo nasconderci che il più delle volte dietro ogni morte sul lavoro c’è una misura per la prevenzione della sicurezza che non ha funzionato. Questa strage deve essere fermata, vanno rigorosamente attuate tutte le norme di prevenzione e tutela sulla salute e sicurezza sul lavoro, con controlli sempre più stringenti, con maggiori ispezioni e con relative sanzioni. 

Il Paese deve compiere un salto culturale su questa urgente questione, perché si lavora per vivere non per morire. Non si può aspettare oltre, lo scorso anno ci sono stati 1.221 caduti sul lavoro, più di tre al giorno, non si può continuare ad aggiornare il triste computo di lutti. Come Cgil, Cisl e Uil ci uniamo e ci stringiamo al dolore della famiglia”. 
 

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