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Cronaca

Festa del 4 novembre, Latina celebra l’Unità d’Italia e le Forze Armate

I militari della provincia, con i rappresentanti delle istituzioni e alla cittadinanza hanno voluto ricordare la fine della prima guerra mondiale e osannare i caduti durante il conflitti

Era il 4 novembre del 1918 quando l’Italia in seguito all’ultimo successo nella battaglia di Vittorio Veneto firma l’armistizio di Villa Giusti con l’Austria-Ungheria. Una vittoria ottenuta con dedizione e sacrificio, una firma che assume una doppia valenza; pone fine alla prima guerra mondiale che vede l'Itlia tra i paesi Vincitori, e segna anche la conclusione del ciclo delle battaglie per l’unità d’Italia, processo durato settant’anni e iniziato con la prima guerra d’indipendenza.

Con l’armistizio si chiudono tre anni di guerra atroce che hanno visto il nostro paese contare quasi 700mila morti e oltre un milione di persone ferite e rese invalide dai combattimenti. È stata la prima vera occasione che gli italiani hanno avuto per dimostrare il loro attaccamento alla patria, il loro amore per un popolo che ancora si stava formando, per la prima volta unito per un obiettivo comune, la difesa del Paese.

Oggi, 4 novembre 2011, come ogni anno si celebra la “Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate”, la giornata del ricordo di quanti combattendo sul fronte hanno ingiustamente perso la vita; un gesto doveroso che viene dalla istituzioni e soprattutto dai singoli cittadini per gridare “no alla guerra” come strumento di risoluzione dei problemi.

Ed è proprio questo il messaggio che il vescovo monsignor Giuseppe Petrocchi ha voluto lanciare alla comunità che stamattina si è riunita nella chiesa di San Marco a Latina per la cerimonia religiosa che rientra nelle celebrazioni dell’unità d’Italia e delle Forze Armate.

Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate

Davanti ad una cattedrale piena, di militari – erano presenti molte delle forze armate della provincia – di rappresentanti delle istituzioni, della comunità civile e dei più giovani (hanno voluto presenziare alla messa la scuola elementare di piazza Dante con due classi quinte, la scuola media Cena-Corradini con due terze, e l’istituto Magistrale Manzoni con una quinta classe), il vescovo ha recitato la sua omelia. Petrocchi ha definito le Forze Armate i “baluardi della pace, il ministero della sicurezza che ha il compito non solo civile ma anche cristiano di contribuire a costruire la buona convivialità tra i popoli, e ad educare alla cultura della pace”. Una pace che appare “non solo giusta, ma doverosa, non facile da realizzare, che va non solo difesa, ma anche costruita nella giustizia, nel perdono e nel sacrificio”. A termine della sua predica il Vescovo ha dedicato un saluto speciale a quanti militari italiani sono ancora in missione di pace, sono ancora sul fronte per una guerra che appartiene solo al passato e che non dovrebbe essere più riproponibile nel nostro presente.

Conclusa la messa, tutte le Forze Armate seguite anche dai singoli cittadini si sono mosse con un corteo, preceduto dalla banda musicale del Comando Artiglieria Contraerei di Sabaudia, verso i giardinetti pubblici dove si è tenuta la cerimonia militare.

Dopo il discorso del Generale del Comaca Cesare Alimenti che ha letto i due interventi del capo dello Stato Giorgio Napolitano e del ministro della Difesa Ignazio La Russa, e dopo aver depositato una corona per i defunti davanti al Monumento ai Caduti , il prefetto Antonio D’Acunto ha chiuso le celebrazioni con il suo discorso. Dopo un saluto alle autorità e ai singoli cittadini presenti, il prefetto ha voluto ricordare l’importanza di questa giornata dedicata ai nostri antenati che hanno combattuto per la patria nei confronti dei quali è doveroso il nostro ricordo e il nostro rispetto.

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