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Martedì, 30 Aprile 2024
L'operazione

Frode fiscale, bancarotta e riciclaggio: imprenditore arrestato e sequestro di beni per milioni di euro

L'operazione partita dalla guardia di finanza di Pistoia ha toccato diverse province italiane tra cui Latina, in particolare i territori di San Felice Circeo e Sperlonga

Dalle prime luci dell’alba i fnanzieri della compagnia di Montecatini Terme stanno eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari e un provvedimento di sequestro preventivo emessi dal gip del tribunale di Pistoia. L'operazione ha toccato anche la provincia pontina ed è stata effettuata con la collaborazione di altri reparti del Corpo delle province di Latina, Roma, Napoli, Trapani, Pistoia, Firenze, Lucca, Massa Carrara e Modena. 

Sette le persone indagate ritenute responsabili di reati tributari, come sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, emissione di fatture false e infedele dichiarazione, bancarotta fraudolenta, riciclaggio, autoriciclaggio e reimpiego in attività economiche di proventi illeciti. Oltre 40 i militari della guardia di finanza impegnati oggi nelle operazioni. Questi i territori coinvolti: Pistoia, Abetone Cutigliano (PT), Agliana (PT), Camaiore (LU), Massa (MS), Montignoso (MS), Firenze, Fiumalbo (MO), Roma, Napoli, Alcamo (Tp) e in provincia di Latina San Felice Circeo e Sperlonga.

Oggetto del provvedimento di sequestro, finalizzato alla confisca diretta e per equivalente, sono i saldi attivi di 28 rapporti finanziari, 30 immobili (10 appartamenti, 2 autorimesse, 1 locale commerciale e 17 terreni agricoli), quote societarie, 4 autovetture e una moto di grossa cilindrata, fino alla concorrenza di 3.292.321 euro per reati tributari, e 990.093 euro per riciclaggio e autoriciclaggio. Sequestrate anche due aziende aziende, con sede a Pistoia e Roma, attive nei settori del commercio all’ingrosso di telefoni cellulari e dell’ospitalità turistica, nelle quali il principale indagato, un imprenditore 47enne, residente in provincia di Pistoia e ora posto agli arresti domiciliari, avrebbe autoriciclato consistenti proventi illeciti.

Le indagini sono scaturite dalla ricostruzione delle vicende che avevano condotto al fallimento di un’impresa della provincia di Pistoia attiva nel commercio di prodotti di elettronica. Sulla base degli elementi di prova sinora raccolti, anche con il ricorso a sofisticate tecnologie investigative è emerso che quella società e nel tempo numerose altre, erano state strumentalmente utilizzate per commettere illeciti di natura tributaria ed economico-finanziaria. Il sistema di frode si basava sull’acquisto di ingenti quantitativi di smartphones ed altri apparecchi di elettronica di consumo, presso ignari operatori commerciali di altri Paesi dell’Unione Europea, quindi, senza addebito dell’Iva, da parte di società prive di reale capacità operativa. Le merci erano oggetto di successivi passaggi commerciali simulati, per poi giungere al consumatore finale, al quale veniva addebitata un’imposta dovuta che nessuna delle imprese coinvolte avrebbe poi versato all’Erario. In sintesi i prodotti venivano fittiziamente ceduti, sempre in esenzione d’imposta, a commercianti all’ingrosso nazionali compiacenti, ai quali venivano contestualmente accreditate le somme necessarie a far figurare il pagamento delle relative fatture, per poi essere rivenduti “in nero”, quindi in completa evasione delle imposte, a negozianti di origine asiatica.

Le imprese utilizzate per realizzare questo schema fraudolento accumulavano così ingenti debiti tributari senza onorarli e venivano sistematicamente spogliate del loro patrimonio, per essere lasciate in stato di decozione, fino al fallimento. Queste serie di operazioni, oltre a consentire di poter praticare prezzi di vendita al dettaglio altamente competitivi, grazie all’illecito margine garantito dagli omessi versamenti dell’Iva., falsando le dinamiche del mercato e ponendosi in concorrenza sleale rispetto agli altri operatori del settore, erano anche volte a rendere infruttuose le procedure coattive di riscossione delle imposte non versate dalle imprese “cartiera”, che aveva accumulato cartelle esattoriali, relative al periodo 2018/2021, per diversi milioni di euro, e ad ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa dei beni e dei profitti illecitamente accumulati, reimpiegati in altre attività economiche.

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