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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Operazione Arpalo, così funzionava la macchina per fare soldi: un impero smantellato

La ricostruzione del sistema messo in piedi dall'associazione e scoperto nell'ambito dell'inchiesta che ha portato agli arresti Pasquale Maietta. I ruoli di professionisti e imprenditori

Uno schema ben definito e costruito da “un’associazione criminale altamente spacializzata”, come l’hanno definita gli investigatori. Con una struttura che affidava a ciascuno compiti e ruoli precisi: c’erano i professionisti (studi contabili, professionali e legali), c’erano gli amministratori di società che operavano nel settore degli autotrasporti e c’erano infine i prestanome, fondamentali per creare uno schermo che proteggesse gli indagati. Ieri l'operazione Arpalo ha smantellato la rete dedita alle frodi fiscali e al riciclaggio, portando a 13 misure cautelari.

Scatta l'operazione di polizia e finanza: 13 arresti

Il compito dei professionisti

Ai legali il compito di curare la tutela legale di tutte le questioni patrimoniali degli associati, con la predisposizione di documenti e contratti, appalti, servizi. Ai consulenti finanziari e ai commercialisti, depositari della scritture contabili, quello di strutturare e organizzare otto società, quattro anonime svizzere e quattro srl italiane tutte intestate a prestanome, attraverso le quali è stato possibile rilevare tutti i passaggi societari e i flussi finanziari.

Tutti i nomi degli arrestati

Il ruolo degli imprenditori

Gli imprenditori rivestono un ruolo centrale. Si tratta di vertici di gruppi aziendali che operano nel settore degli autotrasporti e che, avvalendosi della struttura societarie concepita dai consulenti fiscali, si occupavano di fornire servizi a grandi committenti nazionali del trasporti di merci attraverso una serie di cooperative che agivano nella più totale illegalità dal punto di vista fiscale e contributivo.

Il sistema infallibile

Questa la ricostruzione del sistema rodato che gli indagati consideravano infallibile.  I ricavi illeciti venivano materialmente trasferiti in Svizzera e distribuiti nelle quattro società con sede a Lugano: la July Investment sa, la Rofa Investment, Arcobaleno Holding sa, Rosaimm sa, tutte gestite dalla fiduciaria svizzera Smc Trust, che si occupava di gestione patrimoni e che era gestita da Augusto Massimo Bizzini, di Caneggio. Contestualmente venivano create in Italia altrettante società corrispondenti, ciascuna partecipata al 100% dalla sua omonima svizzera, tutte amministrate da soggetti del capoluogo a vario titolo inseriti nello studio commercialista di Maietta. I soldi rientravano nelle società italiane a mezzo di bonifici per “finanziamento soci” e consentivano di acquistare immobili concessi come benefit a giocatori e allenatori della Us Latina Calcio o di finanziare la stessa società sportiva. L’ultimo passaggio era poi costituito dalla retrocessione dell’intero capitale depositato tramite la stipula di atti di compravendita.

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La fideiussione di 340mila al Latina Calcio

Analizzando i flussi di denaro gli investigatori hanno infatti accertato che dalla Rosaimm srl era partito l’acquisto di quote del Latina Calcio tramite un finanziamento a Maietta; una fideiussione di 345mila euro per l’iscrizione della squadra al campionato 2011-2012 e infine la vendita di quote societarie a Fabrizio Colletti nel 2015.

Il sistema così architettato è destinato a franare quando gli investigatori si accorgono che ci sono nomi che ricorrono con troppa frequenza nelle società e che ogni passaggio riconduce allo studio di Maietta.

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