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Cronaca

Bando Qualità dell'abitare: Ater e Comune per "rigenerare" le vele e demolire l'ex Icos

L'idea progettuale è stata illustrata dal sindaco, dai vertici dell'Ater e dal progettista incaricato. Sulla carta, la creazione di un ponte pedonale per collegare i palazzoni popolari all'altra zona della città tagliata dalla Pontina

Un progetto ambizioso, che punta non solo a "rigenerare" una parte della città ma anche a "ricostruire" una comunità creando collegamenti, servizi, verde attrezzato, spazi da vivere e condividere. Comune di Latina e Ater sottoscrivono un protocollo d'intesa per partecipare al bando "Qualtià dell'abitare" del ministero delle Infastrutture e dei Trasport e lo fanno, rispettivamente come soggetto promotore e soggetto attuatore, con il progetto di rigenerazione urbana "A gonfie vele", che interverrà proprio a rivoluzionare la zona della città dove si trovano i palazzoni denominati appunto "vele". 

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L'idea è stata illustrata dal commissario straordinario dell'Ater Marco Fioravante, dal direttore generale Paolo Ciampi, dall'ingegnere Carlo Patrizio e dal sindaco di Latina Damiano Coletta. "Questo bando - spiega il primo cittadino - ci consentirà di rigenerare una zona nevralgica della città, muovendoci nella direzione di garantire ai cittadini un diritto essenziale, quello dell'abitare". 

"Le amministrazioni - commenta il commissario Fioravante - devono fare squadra per un obiettivo comune. Il progetto punta ad aumentare l'offerta abitativa di cui c'è sempre bisogno e anche a riqualificare le zone del lotto 46 e 47 della città, circa 300 famiglie che vivono nelle 'vele', ricongiungendo questo quartiere con il resto della città che si trova dall'altra parte della Mediana anche attraverso un passaggio fisico e attraverso l'implementazione dei servizi. Si tratta del primo passo di un percorso che vede impegnati Ater e Comune di Latina per ridisegnare la città, molto spesso carente di quello che serve per vivere bene".

Obiettivi e idee progettuali sono spiegati dall'ingegnere Carlo Patrizio: "Sarà un progetto che vuole integrare diversi aspetti della vita di una comunità, sia di carattere materiale che immateriale. Non si tratta in questo caso di demolire e ricostruire, ma di costruire una comunità". Ecco allora un primo elemento fisico, che rappresenta non a caso anche il logo del progetto: un ponte, rigorosamente ciclopedonale che congiunge le "vele" agli edifici che si trovano dall'altra parte della Pontina. Si parla poi riqualificazione energetica dei palazzoni del quartiere Q4, di serre solari e orti sociali, spazi di verde attrezzato, un nuovo commissariato. E anche della demolizione dello scheletro dell'ex Icos, per fare posto a un edificio che rappresenta la prosecuzione della dorsale e del ponte ciclopedonale ma che potrebbe essere anche destinato a nuove abitazioni di housing sociale, una biblioteca, spazi di coworkiing. Tytto è ancora in divenire, ma l'idea è quella appunto di "rigenerare" e non solo riqualificare. 


 

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