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Cronaca

Corruzione in Tribunale, Castriota e Ferraro restano in carcere

Il gip di Perugia ha respinto la richiesta di arresti domiciliari presentata dai legali del magistrato in servizio a Latina e del commercialista

Carcere confermato per il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina Giorgia Castriota e per il commercialista romano Silvano Ferraro, finiti in carcere con l’accusa di corruzione. Il gip del Tribunale di Perugia Natalia Giubilei infatti ha respinto la richiesta di arresti domiciliari presentata dai legali degli indagati, gli avvocati Giuseppe Valentino, Paolo Zeppieri, Gianluca Tognozzi e Leone Zeppieri, a conclusione dell’interrogatorio di garanzia. Anche per quanto riguarda Stefania Vitto, nessuna attenuazione della misura cautelare: resta agli arresti domiciliari.

Secondo la Procura di Perugia, titolare dell’indagine condotta dalla Guardia di Finanza, Castriota e Ferraro avrebbe messo in piedi “un gruppo ben strutturato che si è mosso con l'obiettivo di conferire incarichi al secondo, cioè a Ferraro, o comunque ad amici compiacenti, al fine di percepire compensi in procedure relative alla gestione di società con una solidità economico-finanziaria nella quali c'è una marea di soldi da spartirsi”. L’accordo oggetto dell’indagine della Procura di Perugia era di riversare una parte dei soldi provenienti dagli incarichi affidati ai professionisti nell’ambito del procedimento a carico dell’imprenditore Fabrizio Coscione, “a Castriota, che quelle nomine ha favorito ed avallato, in completa violazione di legge ed in esecuzione di un disegno criminoso ben delineato, che suggerisce l'esistenza di uno schema collaudato che va avanti da anni e che, verosimilmente, si è realizzato, come dovrà essere verificato, anche in altre occasioni”.

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