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Cronaca

La disavventura di una ragazza in carrozzina: "Incastrata sul marciapiede, mi sento una cittadina di serie C"

La storia di Alessia, una giovane del capoluogo, durante una semplice passeggiata per arrivare al centro commerciale Latina Fiori

Alessia è una giovane donna residente nel capoluogo pontino che a causa di difficoltà di deambulazione è costretta a usare la carrozzina. Ma muoversi in città, districandosi tra marciapiedi inaccessibili, strade dissestate e passerelle impraticabili, non è certo facile. Così la ragazza segnala la sua ultima disavventura nata da una semplice passeggiata a poca distanza dal centro. E con tanto di fotografie documenta tutto su Facebook.

"Ieri mattina - racconta Alessia - dovevo vedere alcune cose in dei negozi e, essendo una bellissima giornata di sole, ho deciso di fare una passeggiata con il mio fidanzato per andare a Latina Fiori, che dista da casa mia appena 650 metri per un equivalente di 10 minuti di camminata. Sono più di 20 anni che giro per Latina e ormai ho la mia mappa mentale di tutti i marciapiedi accessibili o meno con sedia a rotelle, di tutti quelli dotati di scivolo per poter salire ma non di quello da cui poter scendere dall’altra parte, di tutti i punti in cui sono costretta ad addentrarmi nel traffico in mezzo alla strada, rischiando tutte le volte. Ormai non ci faccio più caso, è diventato automatico e quasi non mi pesa più. Ma quello che è successo ieri mi pesa e anche parecchio - spiega ancora - Mi pesa perché mi ha fatto venire un attacco di ansia, mi pesa perché era una giornata bella e tranquilla e me l’ha rovinata, mi pesa perché ha reso impotente il mio fidanzato che da solo non riusciva ad aiutarmi, mi pesa perché la tachicardia per colpa dei marciapiedi fatti a ca... non ce la meritiamo. Mi pesa perché mi ha fatta sentire una cittadina di serie C".

Alessia racconta in particolare che aveva attraversato la strada sull'attraversamento rialzato che collega l'esterno del centro commerciale e il parco di Santa Rita, ma la carrozzina è rimasta purtroppo incastrata tra la fine dell'attraversamento e l'inizio dello scivolo del marciapiede. "La mia colpa - dice Alessia - è stata quella di passarci? Avrei dovuto immaginare quello che sarebbe potuto succedere? Probabile, ma è un incrocio in cui confluisce una strada laterale e da persona coscienziosa avrei preferito salire sul marciapiede. Nulla ha potuto neanche la mia nuova sedia, ritirata appena dieci giorni fa, potente e con i maggiori comfort, in quel momento non ha potuto fare niente neanche lei perché il dislivello del marciapiede era talmente tanto che non riuscivo a farla andare in nessuna direzione perché le ruote centrali, nel vuoto, slittavano. Neanche il mio fidanzato da solo riusciva ad aiutarmi, essendomi totalmente incastrata in quell’avvallamento e in mezzo alla strada, col traffico che scorreva a meno di un metro da me".

"Per fortuna - conclude - esistono persone dal cuore gentile come quel ragazzo che, vedendoci in quella situazione, non c’ha pensato due volte a fermare la sua auto per strada e aiutarci. Colgo l’occasione per ringraziarlo ancora una volta, non so chi tu sia ma grazie davvero. Cosa avremmo fatto se non ci avesse aiutato nessuno? Come ne sarei uscita? Comune di Latina ancora devono succedere queste cose? Se mi avesse presa una macchina in pieno di chi sarebbe stata la colpa? Cosa avrei fatto se fossi stata sola? I cittadini disabili non sono al pari degli altri, non hanno diritto all’autonomia?".

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