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Cronaca

Sottrazione di escavatori e trattori dalla società fallita, assoluzione per Iannotta

L'imprenditore era accusato dal curatore fallimentare di essersi appropriato di numerosi mezzi, alcuni di proprietà altri in leasing

Era accusato di avere sottratto beni alla società della quale era amministratore di fatto dichiarata fallita ma oggi è stato assolto per non avere commesso il fatto.

Si è concluso così il processo a carico dell’imprenditore Luciano Iannotta e di Alessia Trulli, amministratore della Industriale Pontina srl chiamati a rispondere dell’occultamento e della sottrazione di beni della società della quale il Tribunale ha dichiarato il fallimento nel 2010. I beni in questione sono stati identificati in numerosi veicoli detenuti in forza di contratti di leasing tra i quali un trattore stradale, un escavatore cingolato, quattro semirimorchi, un rullo, un impianto di frantumazione, tre carri ponte e un mezzo Iveco concessi in leasing nonché altri due semirimorchi, quattro autocarri e un altro Iveco, questi di proprietà dell’azienda. I fatti oggetto del procedimento risalgono al 2012 e sono contenuti nella relazione del curatore fallimentare che si è occupato della gestione dell’azienda di Sonnino.

Questa mattina davanti al Tribunale presieduto da Gian Luca Soana l’ultima udienza del processo a carico dei due imputati accusati di appropriazione indebita per i quali il pubblico ministero Marco Giancristofaro ha chiesto una condanna a tre anni di reclusione ciascuno. A chiedere invece l’assoluzione la difesa rappresentata dagli avvocati Renato Archidiacono e Silvia Siciliano. A conclusione della camera di consiglio i giudici hanno assolto Iannotta per non avere commesso il fatto e la Trulli perché il fatto non sussiste.

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