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IL FATTO

Risultavano in servizio ma non andavano al lavoro, infermieri del 118 a giudizio per truffa

L'indagine del Nas aveva scoperto che i dipendenti si facevano timbrare il cartellino da colleghi compiacenti, anche loro indagati

Cinque rinvii a giudizio e una condanna con rito abbreviato. Si è conclusa così questa mattina l’udienza preliminare davanti al gup Giuseppe Cario a carico delle sei persone coinvolte nell’indagine su alcuni episodi di assenteismo da parte di alcuni dipendenti del 118 scoperti nel marzo dello scorso anno in piena pandemia Covid.

Gli imputati, due dei quali sono infermieri di 54 e 60 anni, sono accusati di truffa aggravata ai danni dello Stato, reato del quale dovranno rispondere nel processo davanti al giudice monocratico del Tribunale di Latina Morselli che inizierà il 28 febbraio prossimo.

L’indagine era stata condotta dai carabinieri del Nas di Latina che avevano seguito i due operatori sanitari e analizzato i tabulati telefonici scoprendo che si assentavano dal servizio per motivi personali anche grazie al supporto di alcuni colleghi della centrale operativa che timbravano il cartellino per loro e che sono finiti anche loro sotto inchiesta. Sono 58 gli episodi di assenze complessivamente accertati: loro si sono sempre difesi spiegando che quei viaggi erano per consegnare in diverse strutture ospedaliere dispositivi anti Covid, Una versione che non ha convinto il giudice il quale ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio del pubblico ministero.

Soltanto uno dei sei ha scelto il rito abbreviato ed è stato condannato a otto mesi con la sospensione condizionale della pena.  

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