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Martedì, 30 Aprile 2024
Il caso

Karibu: i soldi pubblici ricevuti e le carenze nei Cas durante le ispezioni

Ancora un approfondimento sulle indagini della guardia di finanza che hanno travolto la cooperativa e il Consorzio Aid che si occupavano dell'accoglienza dei migranti

I prospetti elaborati dalla guardia di finanza nell'indagine che ha travolto la cooperativa Karibu e il Consorzio Aid portando all'arresto di Liliane Murekatete e Marie Therese Mukamitsindo e all'obbligo di dimora nei confronti di Michel Rukundo, tutti componenti del Cda, evidenzia tutti gli importi di fondi pubblici ricevuti da Prefettura di Latina per l'accoglienza nei Cas, dai Comuni pontini per i progetti Sprar e dalla Regione Lazio per altri progetti collaterali relativi all'integrazione e all'accoglienza dei migranti.

Solo per Karibu totale dei fondi pubblici percepiti nel 2017 ammonta a oltre 6milioni e 800mila euro; per il 2018 a più di 9 milioni e 700mila; per il 2019 a 6 milioni 837mila; per il 2020 un milione e mezzo di euro; nel 2021 325mila euro; per il 2022 204mila euro circa. Al Consorzio Aid, tra gennaio 2017 e novembre 2022, sono entrati invece quasi 3 milioni di euro. Ma, come rileva il gip nelle pagine dell'ordinanza, "il dato oggettivo e non superabile è che buona parte del denaro ricevuto non è stato adoperato per le finalità preposte alla luce delle documentate distrazioni ma, anche e sopratuttto, per la carenza dei servizi offerti".

Così, gli atti acquisiti nell'inchiesta ripercorrono anche l'esito dei controlli ispettivi e delle penalità irrogate con riferimenti ai Centri di prima accoglienza gestiti da Karibu e Consorzio Aid. Le stesse dichiarazioni testimoniali di alcuni dipendenti confermano le carenze. A titolo di esempio nella struttura di Aprilia  già dal 2018 la situazione alloggiativa degli ospiti era precaria. Si parla di servizi igienici non idonei, prese di corrente non a norma, pezzi di intonaco che cadevano dal soffitto e fili elettrici scoperti. La struttura poi era sovraffollata e le condizioni di sovraffollamento generavano spesso liti fra gli ospiti. "Le condotte risultano volontarie - scrive il gip - e consapevolmente mirate a un risparmio di spesa dei fondi pubblici percepiti". In sintesi viene elencata una lunga serie di criticità: situazioni di promiscuità, alloggi fatiscenti, riscaldamenti rotti, ambienti poco curati, derattizzazione e deblattizzazione assenti, mancata consegna all'arrivo del kit vestiario per gli ospiti e della scheda telefonica, carenza nella documentazione che non consentiva di tracciare le attività svolte e i servizi, mancanza del registro degli operatori e del registro di entrata e uscita degli ospiti, criticità anche in relazione al numero delle ore prestate dai vari operatori.

Esemplificative sono le situazioni del Cas di Aprilia, di quello all'Hotel de La Ville a Latina e di Maenza gestiti da Karibu e delle strutture gestite da Aid in via Romagnoli e via del Pioppeto nel capoluogo pontino. Si rileva inoltre come i problemi rilevati nel corso dell'ispezione ad Aprilia del 7 dicembre 2017 sono state riscontrate anche a distanza di due mesi, con la seconda visita ispettiva del 31 gennaio 2018.  Analoghe considerazioni riguardano anche i Cas di Latina e di Maenza dove le verifiche constatavano le stesse criticità già riscontrate.

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