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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca

Coop Karibu, moglie e suocera di Soumahoro negano tutte le accuse

Interrogatorio di garanzia per Liliane Murekatete e Marie Terese Mukamitsindo ma solo la seconda si presenta. L'altra ascoltata in videoconferenza

Sono durati poco più di un’ora gli interrogatori di Liliane Murekatete, Marie Terese Mukamitsindo e Michel Rukundo, rispettivamente moglie, suocera e cognato del deputato Aboubakar Soumahoro, accusati di frode nelle pubbliche forniture, bancarotta fraudolenta patrimoniale per distrazione e auto-riciclaggio nell'ambito dell'indagine sulla gestione dei fondi pubblici destinati alla cooperativa Karibu e al consorzio Aid.

Mentre in mattinata si è svolta l'udienza prelimnare a carico dei tre e di altre tre persone per la precedente inchiesta sui reati fiscali, l’unica a essere presente in Tribunale a Latina nel pomeriggio è stata Marie Terese Mukamitsindo mentre gli altri due indagati sono stati ascoltati in videocollegamento dalle rispettive località di residenza. Davanti al giudice per le indagini preliminari Giuseppe Molfese e al pubblico ministero Andrea D’Angeli, titolare dell’inchiesta con il collega Giuseppe Miliano, i tre hanno scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere ma le due donne hanno voluto comunque rilasciare spontanee dichiarazioni. Liliane Murekatete, assistita dall’avvocato Lorenzo Borrè, ha negato di avere distratto fondi per spese che non riguardavano la cooperativa da lei gestita con i familiari e ha sottolineato, rispetto all’accusa di avere sottratto 70mila euro, che non c’è traccia sui suoi conti dei bonifici per un tale ammontare per presunte consulenze. Su altri tre bonifici da 1.600 euro relativi il legale della donna ha precisato che le cifre sono relative alla retribuzione nel periodo di prova prima della sua assunzione nell’ufficio di presidenza della coop. La Murekatete ha inoltre negato di avere effettuato acquisti che non avessero pertinenza con l’attività dell’associazione.

Dichiarazioni spontanee anche per Marie Terese Mukamitsindo, assistita dall’avvocato Francesca Roccato. La donna ha negato gli addebiti e ha precisato che giustificherà tutte le spese che le vengono contestate. La difesa in questo caso ha chiesto al gip una misura meno afflittiva degli arresti domiciliari e il giudice si è riservato di decidere. Per tutti e tre gli indagati i legali hanno preannunciato ricorso al Tribunale del riesame contro il provvedimento restrittivo.

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