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Cronaca

"Mi hanno rotto la faccia e le costole": nelle intercettazioni le prove dei pestaggi per i debiti di droga

I particolari dell'indagine che ha portato all'arresto di otto persone per traffico di stupefacenti, sequestro di persona, estorsione e lesioni

“Non esistono dubbi in ordine alla responsabilità degli indagati e sulla sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza”. Lo scrive il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina Giorgia Castriota nell’ordinanza cautelare eseguita ieri mattina all’alba che ha fatto aprire le porte del carcere per Roberto Ciarelli, Pietro Finocchiaro, Amine Harrada, Giuseppino Pes, Alessandro Artusa e Adriano Sarrubbi e posto agli arresti domiciliari Cristina Giudici e Gianluca Pezzano per i reati di rapina, sequestro di persona, estorsione aggravata, lesioni personali aggravate dall’uso delle armi, detenzione e porto illegale di armi in luogo pubblico, porto di armi e oggetti atti ad offendere e traffico di stupefacenti.

Le indagini, partite dall’omicidio di Fabrizio Moretto hanno condotto i carabinieri ha individuare un gruppo di persone con precedenti che non soltanto fornivano droga ma usavano sistematicamente la violenza per costringere gli acquirenti a pagare i loro debiti.

Ad inchiodare i componenti del gruppo oltre ai pedinamenti ci sono le intercettazioni telefoniche che oltre a registrare i loro movimenti tra Latina e altre località tra le quali la Calabria dove andavano a rifornirsi delle sostanze stupefacenti, hanno svelato – nonostante l’uso di un linguaggio criptico – che la loro attività era quello dell’acquisto di droga.  In effetti per indicare quest’ultima venivano utilizzate parole quali lasagna e formaggio che comunque secondo il gip sono chiaramente riferibili alla droga e alle quantità da ritirare.

Ed è sempre dalle conversazioni telefoniche che emergono le prove dei pestaggi, delle minacce e delle aggressioni nei confronti di chi non saldava i propri debiti. “La testa…. Mi hanno dato il calcio – racconta una delle vittime picchiata da Ciarelli. Pes e Artusa parlando al telefono con la Giudici – mi fa male quando parlo. ho una costola sicuramente rotta”. E lei risponde: “E’ normale che stai male, ti hanno preso a pugni… anzi stai pure troppo bene per le botte che ti hanno dato tutti e due insieme”.  E in un’altra conversazione è Ciarelli che dice ad Artusa di essersi fatto male ad una mano per i pugni inferti alla vittima. “Ieri sta mano non m’ha fatto dormì..” dice Ciarelli e Artusa gli risponde “però tutto sommato è stato efficace”. Ed è sempre il gip Castriota a sottolineare come le indagini abbiano consentito di appurare che l’attività criminale del gruppo veniva esercitata in maniera stabile e “tutt’altro che occasionale”.

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