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Cronaca

Gambizzazioni e traffico di droga, chiesti venti anni di carcere per il clan Travali

La requisitoria del pm nel processo con rito abbreviato a Angelo, Valentina e altri componenti del gruppo per l'operazione 'Status quo'

Quasi venti anni complessivi di carcere. E’ quanto ha chiesto il pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia Luigia Spinelli nel processo ‘Status quo’ in corso a Roma a carico di alcuni componenti del clan Travali.

Davanti al gup del Tribunale di Roma Angela Gerardi dove è in corso il processo con rito abbreviato il rappresentante dell’accusa ha formulato, a conclusione di una requisitoria nella quale ha ricostruito i passaggi dell’inchiesta, le sue richieste di condanna: 6 anni e 8 mesi per Angeli Travali; 8 anni e sei mesi per la sorella Valentina, 6 anni per Mohammed Jandoubi; 6 anni e 8 mesi per Gianluca Campoli; 5 anni per Guerrino Di Silvio. Devono rispondere a vario titolo di traffico di sostanze stupefacenti, lesioni personali e tentata estorsione, il tutto aggravato dal metodo mafioso

L’inchiesta, condotta dai carabinieri del Comando provinciale, aveva ricostruito una serie di eventi a partire dalla gambizzazione di Marco Urbani avvenuta nell’agosto 2014 davanti alla sua tabaccheria di via dei Mille, fatto del quale sono chiamati a rispondere Angelo Travali quale mandante e Mohamed Jandoubi quale esecutore materiale. L’altro filone dell’inchiesta riguarda l’esistenza di un’organizzazione dedita allo spaccio di stupefacenti impostasi con forza a Latina dopo l’arresto degli esponenti del clan Di Silvio.

Nel processo si sono costituiti parte civile il Comune di Latina e l’associazione ‘Caponnetto’.

Le prossime udienze sono state fissate per il 2 e 23 febbraio prossimi quando parleranno gli avvocati difensori: Alessia Vita, Gaetano Marino, Marco Nardecchia e Giancarlo Vitelli.

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