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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca Sabaudia

Spaccio a Sabaudia e San Felice, prime condanne per il gruppo dei fratelli Corni

L'udienza preliminare si è conclusa con otto rinvii a giudizio, tre patteggiamenti e una assoluzione. Tre anni e dieci mesi di reclusione per Francesco Corni

Giro di boa per l'inchiesta sullo spaccio di droga tra Sabaudia e San Felice Circeo che a ottobre dello scorso anno aveva portato all'arresto dei fratelli Leonardo e Francesco Corni e all'iscrizione nel registro degli indagati undici persone.

Oggi, venerdì 20 ottobre, udienza preliminare davanti al gup del Tribunale di Latina Mario La Rosa per i due imprenditori e per gli altri imputati. In otto hanno scelto il rito ordinario e nei loro confrornti, al termine della camera di consiglio, il gup ha deciso il rinvio a giudizio. Si tratta di Leonardo Corni, Marco Veglianti, agente della Polizia in servizio presso l'ispettorato del Viminale e sospeso dal servizio per 12 mesi Ben Salah Samir, Ettore Basile, Gianluca Silvestri, Daniele Fedeli, Veronica Mastracci e Ala Eddine Ben Achour. Il processo che le vede imputati di spaccio di sostanze stupefacenti, prenderà il via il 14 febbraio prossimo davanti al giudice monocratico Elena Nadile.

Gli altri imputati hanno invece scelto riti alternativi.  Francesco Corni ha deciso di patteggiare la pena per ottenere uno sconto ed è stato condannato a tre anni e dieci mesi di reclusione; ha patteggiato anche Fabio Serrapiglio, condannato a 3 anni e due mesi. Qualcuno invece ha scelto il rito abbreviato come Caterina Calligaris per la quale, a fronte di una richiesta a 3 anni, il gup ha riqualificato il reato di spaccio in ipotesi lieve condannandola a un anno con la sospensione condizionale. Assoluzione invece per il finanziere Luigi Iannarella, mentre per Gianluca Calisi è stata dichiarata l’irreperibilità. 

Gli imputati sono assistiti tra gli altri dagli avvocati Luca Giudetti, Gaetano Marino, Stefano Iucci, Ezio Lucchetti e Marco Nardecchia.

L'inchiesta condotta dalla Squadra mobile di Latina e coordinata dal procuratore aggiunto Carlo Lasperanza e dal sostituto procuratore Claudio De Lazzaro ha ricostruito decine di episodi di cessioni di droga, soprattutto cocaina, arrivando a definire una "serialità delle condotte che dimostra l'esistenza di un'attività di spaccio collaudata", "non solo protratta per un lunghissimo arco temporale ma anche connotata da un'evidente professionalità. Secondo quanto ricostruito nel corso dell'attività investigativa sarebbero Leonardo e Francesco Corni a mantenere i contatti per l'approvvigionamento dello stupefacente "e da loro inizia la catena di spaccio sulla piazza di Sabaudia".

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