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Cronaca

Sigilli a Latina, maxi sequestro da 2 milioni ad un pregiudicato locale

Il sequestro nei confronti di Maurizio De Bellis arrestato a dicembre nell'ambito dell'indagine "Balena Bianca" su un vasto traffico di droga nel capoluogo. Sotto chiave una villa, appartamenti, auto e conti corrente

Nuovo sequestro patrimoniale nei confronti di un noto pregiudicato di 47 anni del capoluogo. Coinvolto nell’operazione “Balena Bianca” ad inizio dicembre Maurizio De Bellis era stato arrestato insieme ad altre 26 persone a conclusione di un un’indagine su un vasto traffico di droga disposta dalla Procura di Latina e condotta dai carabinieri di Latina che ha permesso di smantellare l’importante organizzazione di narcotrafficanti.

L’uomo, in particolare, era considerato al vertice dell’organizzazione dedita allo spaccio di stupefacenti, e soprattutto cocaina, nel capoluogo.

I sigilli oggi sono stati apposti dagli uomini dell’Ufficio Misure di prevenzione Patrimoniale e Personali  della Questura di Latina a beni mobili ed immobili per un valore di circa 2 milioni di euro.

Proprio sul conto di uno dei capi dell’organizzazione smantellata, infatti, in parallelo alle indagini penali la Divisione Anticrimine della Questura ha iniziato una serie di capillari accertamenti patrimoniali da cui è emerso “l’arricchimento illecito del pregiudicato il cui patrimonio accumulato nel corso degli anni  era connotato dal “vizio di origine”  della provenienza illecita”.

MAURIZIO DE BELLIS – Come spiegano dalla Questura, "fin da ragazzo De Bellis “militava” nelle piccole bande di minorenni che si riunivano per la commissioni di furti vari . Nel corso degli anni ha subito varie condanne anche per reati molto gravi quali tentato omicidio in concorso, violazione della normativa sulle armi, detenzione abusiva di armi, lesioni personali e varie volte condannato per  detenzione illecita di sostanze stupefacenti. Attualmente le sue frequentazioni di pregiudicati sono collegate proprio al mondo dello spaccio di stupefacenti".

LA MISURA PATRIMONIALE – Dopo gli accertamenti gli investigatori sono arrivati alla conclusione che quanto posseduto dal 47enne  - disoccupato e che non ha mia presentato una dichiarazione dei redditi – fosse “frutto di un accumulo illecito”. I magistrati, condividendo le ipotesi della polizia giudiziaria  hanno ritenuto che, spiegano da corso della Repubblica, “tutte le sue disponibilità appaiono indiziariamente sproporzionate rispetto ai redditi dichiarati dall’intero gruppo familiare avendo motivo di ritenere che essi siano il risultato di attività illecite ovvero ne costituiscano il reimpiego”.

Il sequestro di beni per circa 2 milioni di euro di beni mobili e immobili, intestati anche alla moglie, la madre e alle tre figlie, ha interessato 15 immobili ( tra cui una villa sulla Pontina, tre appartamenti e una sertie di capannoni, magazzini e autorimesse, ,2 autovetture, un conto correnti e 3 libretti postali.

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