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Domenica, 28 Aprile 2024
Il caso

Patrocinio negato al Lazio Pride, Pro Vita: “Bene la sindaca di Latina ma basta sviste nel centrodestra”

Interviene anche Emmanuele Di Leo, presidente di Steadfast: “Bene ha fatto la prima cittadina. Il Pride con il suo manifesto politico è un’evidente andare sopra le righe e oltre la legge”

Le stesse associazioni che nei giorni scorsi avevano criticato la sindaca di Latina Matilde Celentano per aver deciso di concedere il patrocinio al Lazio Pride sono quelle che oggi plaudono al suo passo indietro. Prima fra tutte Pro Vita & Famiglia onlus che interviene attraverso il suo portavoce Jacopo Coghe. 

“Speriamo che quello di Latina sia davvero l'ultimo patrocinio concesso a un Gay Pride e poi ritirato da una amministrazione di centrodestra, eletta per difendere la famiglia e la libertà educativa e non per spalleggiare il movimento LGBTQ” ha commentato Coghe. Nei giorni scorsi, infatti, dopo uno scambio di lettere con Tiziano Ferro e rispondendo proprio a un messaggio con cui il cantante la invitatavi a sostenere con lui il Lazio Pride di Latina, Celentano aveva annunciato di vuole concedere il patrocinio alla manifestazione in programma per l’8 luglio nel capoluogo pontino. Salvo poi fare un passo indietro oggi. “Noi in buona fede, non prestiamo il fianco a inaccettabili strumentalizzazioni” ha commentato la prima cittadina che ha spiegato i motivi del suo ripensamento in una lettera inviata ai promotori del Pride. 

“Bene ha fatto” la sindaca di Fratelli d’Italia “a ritirare il patrocinio a seguito della denuncia di Pro Vita & Famiglia onlus. Supportare i Pride significa infatti sostenere chi vuole legalizzare l’utero in affitto, il matrimonio egualitario, le adozioni per coppie dello stesso sesso, le trascrizioni anagrafiche per i ‘figli’ delle coppie gay - aggiunge Coghe -, l’identità di genere e nel caso di Latina sarebbe stata una gravissima manifestazione di sudditanza psicologica alle istanze della sinistra e del cantante Tiziano Ferro e una palese contraddizione con le politiche del governo e di tutto il centrodestra su questi temi come ad esempio sull’utero in affitto”. 

Dello stesso parere anche Emmanuele Di Leo, presidente di Steadfast, organizzazione umanitaria in difesa dei diritti umani, che aveva criticato la decisione della prima cittadina di concedere il patrocinio. “Siamo tutti pienamente d’accordo che ogni singolo cittadino debba essere rispettato in quanto persona, ma tutto cambia se il vero fine di una manifestazione diventa la promozione surrettizia di una ideologia che favorisce la decostruzione della maternità, offrendo modelli come l’utero in affitto, pratica che sfrutta il corpo della donna e la compravendita di bambini. Quello della maternità surrogata è un vero mercato emergente, che frutta 9 miliardi di dollari l’anno”. 

“Un manifesto, quello di Lazio Pride - ha aggiunto Di Leo -, che promuove il Self-Id creando confusione nelle nuove generazioni, offrendo un archetipo di trasformazione dell’umano attraverso la demolizione di un’idea di genere legata al binarismo e alla sessuazione. Una manifestazione che con il suo manifesto politico è un’evidente andare sopra le righe e oltre la legge; bene ha fatto la sindaca di Latina a non concedere il patrocinio della città. Auspichiamo che in futuro ci sia una maggiore attenzione onde evitare errori che potrebbero costar caro in termini di salute, benessere e rispetto dei diritti di donne, bambini, adolescenti e delle famiglie italiane”. 

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