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L'inchiesta

'Ndrangheta sul litorale tra Anzio e Nettuno, il prefetto nomina le commissioni d'indagine

Il Ministero dell’Interno ha delegato i poteri di accesso ai due comuni del litorale laziale al prefetto di Roma che ha nominato le commissioni per verificare presunte infiltrazioni

Sono state nominate le due commissioni di indagine che per tre mesi si occuperanno di verificare la sussistenza di presunti legami tra gli amministratori locali e la criminalità organizzata nei Comuni di Anzio e Nettuno. E’ arrivato il via libera del Ministero dell’Interno che ha delegato al prefetto di Roma Matteo Piantedosi i poteri di accesso ai due comuni del litorale laziale e sulla base di tale delega lo stesso prefetto ha nominato le due commissioni di indagine.

I fari saranno puntato su appalti assegnati negli anni scorsi e anche di recente dai due Comuni dopo che lo scorso 17 febbraio con l’operazione Tritone di carabinieri e direzione distrettuale antimafia sono finite agli arresti 65 persone tra esponenti di ‘Ndrangheta che aveva esteso i suoi tentacoli nelle due città attraverso due “distaccamenti” delle ‘ndrine di Santa Caterina in Aspromonte, in provincia di Reggio Calabria, e di Guardavalle, provincia di Catanzaro.

Le due Amministrazioni di Anzio e Nettuno continuano a sottolineare di avere fiducia nel lavoro della magistratura e hanno chiesto nei giorni scorsi, in maniera distinta, un confronto con il prefetto. "L'attività amministrativa si esercita attraverso gli atti e no attraverso le ‘chiacchiere’, sicuramente troppe, intorno all'azione politica della maggioranza di governo - ha dichiarato ancora ieri il sindaco di Anzio Candido De Angelis -. Stiamo uscendo da due anni di pandemia, nel corso dei quali abbiamo adottato tutti i provvedimenti possibili, in supporto dei cittadini e delle categorie produttive, abbiamo approvato il Bilancio 2022 e programmato, in seria collaborazione con dirigenti e funzionari lineari, nuove opere e nuovi servizi per i cittadini. C'è chi sta esultando per la mortificazione mediatica che la città sta subendo, ad oggi senza un solo provvedimento illegittimo e senza amministratori coinvolti, cavalcando la via giudiziaria per tentare di sovvertire il voto libero e democratico dei cittadini, che, con enorme distacco, hanno scelto da chi essere amministrati. Confidando nell'operato delle Autorità Competenti, dimostreremo, in ogni sede, la correttezza degli atti adottati da questa Amministrazione". Nei giorni scorsi è intervenuto anche il primo cittadino di Nettuno Alessandro Coppola. “In merito alla vicenda che ha investito la nostra città sono il primo a volere che sia fatta al più presto chiarezza - ha detto il sindaco -. Tutta l’azione politica e amministrativa nel mio mandato è sempre stata votata alla trasparenza e alla legalità. Il mio impegno è stato, e sempre sarà, per il bene di Nettuno. In questo momento più che mai tutti noi dobbiamo agire per l’interesse della nostra città senza polemiche o strumentalizzazioni. Riservo massima fiducia nel lavoro della magistratura. Ho dato disposizione agli uffici di dare tutto il supporto possibile alle indagini qualora fosse necessario ed io in primis sono a completa disposizione degli inquirenti nell’interesse del buon nome della nostra città”.

Intanto per il prossimo 26 febbraio una manifestazione è prevista ad Anzio al grido di “Il silenzio è mafia”, organizzata dalla Rete No Bavaglio Lazio e da decine di altre associazioni decise a dimostrare che “Anzio e Nettuno non sono questo. Anzio e Nettuno non appartengono alle mafie. Tutti sono invitati a partecipare per dire No a tutto questo, perché il ‘Silenzio è Mafia’”. Ad aderire, tra gli altri, il  “Coordinamento antimafia Anzio-Nettuno”, “La Tamerice”, Rete NoBavaglio – Liberi di essere informati, “Città Insieme”, “Lega Ambiente”, “Reti di Giustizia” , Anpi, Cgil, Articolo 21. Presente anche il presidente di Articolo 21, il giornalista Paolo Borrometi, che nel 2020 ha ricevuto il Premio per la Pace dalla città di Anzio, sotto scorta per il suo impegno anti mafia.

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