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Il caso / Sabaudia

Colpo di scena nell'omicidio di Fabrizio Moretto: nuovo appello per D'Arienzo

Ermanno D'Arienzo era stato arrestato per il delitto, ipotizzando la vendetta per la morte del figlio. I giudici accolgono il ricorso dei legali sulla legittimità dell'ordinanza cautelare

C'è un colpo di scena  nel procedimento che riguarda l'omicidio di Fabrizio Moretto, consumato la sera del 21 dicembre del 2020 nella frazione di Bella Farnia, a Sabaudia. I giudici della Corte Costituzionale hanno annullato l'ordinanza di custodia cautelare a carico di Ermanno D'Arienzo, l'unico indiziato per quel delitto, che era stato arrestato a due anni dall'omicidio, nel 2022.

I legali di D'Arienzo, gli avvocati Giancarlo Vitelli e Oreste Palmieri, hanno infatti presentato un ricorso e la Corte di Cassazione ha ora disposto che si preceda a un nuovo giudizio di appello sulla misura cautelare a carico dell'indagato.

La morte del figlio Erik

Una storia complessa quella dell'omicidio di Fabrizio Moretto che segue la morte di Erik D'Arienzo, 29enne figlio di Ermanno, trovato senza vita, a settembre del 2020, lungo la Pontina. Sembrava un incidente stradale: il giovane aveva contusioni su tutto il corpo e una frattura grave sul volto e sulla testa. Venne portato in ospedale e morì una settimana dopo. Più tardi le inadagini dei carabinieri del Nucleo investigativo fecero emergere una realtà più inquietante e l'ipotesi di un pestaggio, e dunque di un omicidio, dovuto a un regolamento di conti legato a questioni di droga. Fabrizio Moretto era uno degli indagati. Secondo la ricostruzione Erik D'Arienzo doveva dei soldi a qualcuno e Fabrizio Moretto avrebbe dovuto mediare tra i due. Il 29enne fu invece picchiato e abbandonato in strada.  

L'ipotesi della vendetta

Pochi mesi dopo, un altro delitto. Fabrizio Moretto, indagato per la morte di Erik, venne assassinato a colpi di pistola mentre alla guida di uno scooter faceva ritorno a casa, a Bella Farnia. Le indagini dei carabinieri chiusero il cerchio sul padre della prima vittima ipotizzando una vendetta per la morte del figlio. Ermanno D'Arienzo venne arrestato a dicembre 2022 per omicidio volontario con l'aggravante della premeditazione, per poi essere scarcerato lo scorso settembre con la revoca della misura cautelare. Nel corso dell'incidente probatorio infatti sono infatti emersi problemi sull'esito dell'esame Stub e su una possibile contaminazione dei campioni e dei risultati.

La decisione della Corte di Cassazione

Su queste basi gli elementi raccolti a carico di Ermanno D'Arienzo non sono più apparsi sufficienti a ricondurre l'indagato all'omicidio. La Corte di Cassazione ha quindi di fatto anullato l'ordinanza a carico del 65enne e rinviato gli atti al tribunale di Roma per procedere con un nuovo giudizio d'appello sulla legittimità dell'ordinanza. 

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