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Cronaca Fondi

Sanità, salvare l’ospedale di Fondi: appello ai sindaci e ai politici

Il comitato pro ospedale di Fondi ha inviato una lettera ai sindaci del comprensorio, agli onorevoli e consiglieri regionali che si sono interessati alla questione invitandoli a partecipare alla fiaccolata del 12 febbraio

Difendere il San Giovanni di Dio di Fondi. Questo l’obiettivo della Fondazione San Giovanni di Dio e del  Comitato pro ospedale che per mercoledì 12 febbraio hanno organizzato una fiaccolata proprio a Fondi.

Manifestazione a cui hanno invitato a partecipare, non solo, i cittadini di Fondi, Sperlonga, Lenola, Monte San Biagio e Campodimele, ma anche e soprattutto i sindaci del comprensorio e i politici che si sono interessati alla 'questione sanità'.

Per questo, nei giorni scorsi il coordinatore del comitato pro ospedale di Fondi Lucio De Santis ha inviato una lettera ai senatori Claudio Fazzone e Claudio Moscardelli, ai consiglieri regionali Giuseppe Simeone, Enrico Forte, Francesco Storace e ai sindaci dei Comuni di Fondi, Lenola, Monte San Biagio, Campodimele e Sperlonga

IL TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA

Come è a Voi ben noto, l'attuale situazione della struttura dell'ospedale di Fondi è particolarmente critica. Indubbiamente l'ospedale non verrà chiuso, ma la mancanza di medici, provoca automaticamente scarsa produttività dei reparti ed ovvie conseguenze sugli ammalati.
Diverse volte siete venuti a Fondi interessandoVi del problema, ma quello che desideriamo è una soluzione definitiva per riportare la struttura ad un'efficienza H24. Noi Vi invitiamo alla fiaccolata che si terrà a Fondi mercoledì 12 febbraio alle ore 17 con la partecipazione del Vescovo e di tutti i sindaci del Comprensorio.  
Ci auguriamo, compatibilmente con le Vostre esigenze, di averVi con noi.
Non vogliamo far fare alcuna speculazione politica da parte di chicchessia, anche perché ci rifacciamo all'o.d.g. approvato all'unanimità da tutti i consiglieri comunali dei comuni comprensoriali.
Il problema, comunque, è inutile negarlo è di natura politica, e tocca a Voi risolverlo ognuno per il proprio ruolo.
Noi siamo uniti e Vi preghiamo di non farci compiere gesti inconsulti per difendere il nostro ospedale ed i nostri ammalati. Non ci
fermeremo”.

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