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L'analisi

I figli dei braccianti stranieri in provincia di Latina: gli "invisibili" a rischio sfruttamento

La fotografia del rapporto di Save The Children descrive la situazione drammatica di isolamento in cui vivono molti bambini figli dei lavoratori agricoli stranieri

Si intitola "Piccoli schiavi invisibili" il rapporto di Save The Children che, arrivato alla sua tredicesima edizione, in vista della Giornata internazionale contro la tratta di esseri umani che ricorre il prossimo 30 luglio mette in luce e denuncia le condizioni dei minori, vittime o a rischio di tratta e sfruttamento nel nostro Paese. 

Per la prima volta, e a causa del Covid, l'emersione dei casi ha avuto una contrazione dell'11% tra il 2019 e il 2020, ma il numero delle persone che migrano senza poter contare su canali di accesso legali è aumentato per effetto di crisi climatica, disuguaglianze e conflitti in corso, che costringono milioni di persone a sfollare e vivere in condizioni di vulnerabilità e povertà estrema, soprattutto nel caso di donne, bambine e bambini. Si tratta di persone potenzialmente esposte al rischio di tratta e sfruttamento. A livello geografico, la maggior parte delle persone divenute vittime di tratta per conseguenza delle guerre si è spostato dall'Africa Sub-Sahariana (73%) e dal Medio Oriente (11%), le due aree più colpite dai conflitti. Anche in Europa, sottolineano le fonti istituzionali, si stima un numero elevato di vittime non registrate, mentre i casi emersi nel periodo 2019-2020 sono stati 14.311, per il 23% riguardanti i minori. In Italia, le nuove vittime di tratta e sfruttamento identificate nel 2021 sono state 757, in più di 1 caso su 3 (35%) si è trattato di minori, con una prevalenza di bambine e ragazze (168 casi) rispetto a bambini e ragazzi (96). Questo il quadro generale. Scendendo invece nel dettaglio, il rapporto di Save The Children, l'organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini e garantire loro un futuro, presenta un focus sulla situazione italiana e su bambini e adolescenti che crescono in aree in cui la condizione di sfruttamento subita dai genitori li rende vittime, sin dalla nascita, di un sistema di violazione di diritti quasi "normalizzato", esponendoli al rischio di diventare a loro volta vittime dello sfruttamento ed esposti ad abusi.

L'analisi punta quindi un'attenzione particolare sulle condizioni dei minori che vino nei territori caratterizzati dallo sfruttamento del lavoro agricolo, i figli di quei braccianti che vivono e lavorano in aree a maggior rischio, come la provincia di Latina nel Lazio e Ragusa in Sicilia. Bambine e bambini che spesso trascorrono la loro infanzia in alloggi di fortuna su terreni agricoli e che vivono condizioni di isolamento, con difficoltà di accesso alla scuola e anche ai servizi sanitari e sociali. Sono "inivsibili".

Secondo una stima del 2021, gli occupati irregolari nel settore dell'agricoltura in Italia erano circa 230 mila, con una massiccia presenza di stranieri non residenti e un numero consistente di donne coinvolte (55 mila). Il fenomeno si concentra dove c'è più lavoro, come nel caso di alcuni distretti strategici per l'agroalimentare italiano, proprio come le province di Latina e Ragusa, dove ci sono terreni che consentono la coltivazione intensiva, e che richiedono una forte presenza di manodopera anche per la raccolta e l'imballaggio dei prodotti agricoli, e dove sono nati due dei mercati ortofrutticoli più importanti del Paese, il Mof - Centro agroalimentare all'ingrosso di Fondi e l'Ortomercato di Vittoria. La dimensione dello sfruttamento lavorativo in questi territori riguarda un numero significativo di nuclei familiari, anche mono-genitoriali e spesso di origine straniera, con più figli.

Le difficoltà economiche e il ricatto dello sfruttamento che schiacciano molte di queste famiglie, sono parte integrante della vita di bambine e bambini, che vivono completamente isolati dai contesti urbani e gli uni dagli altri, senza piazze o spazi comuni in cui giocare, senza centri sportivi o aggregativi, in condizioni abitative spesso malsane o al limite, degradate e affollate, con 2 o 3 famiglie a dividersi 55 metri quadrati. L'assenza quasi completa di ogni dimensione sociale organizzata e condivisa per i minori, fa della scuola l'unico presidio attivo per il contrasto all'isolamento dei bambini.

Per quanto riguarda la provincia di Latina, oltre la metà dei braccianti agricoli censiti (13mila su un totale di 20mila) è di origine straniera e in prevalenza indiana. E così anche nelle scuole primarie, come quelle di Bella Farnia, Borgo Hermada, Borgo San Donato, Pontinia e Borgo Montenero, la metà dei bambini è di origine straniera. Nonostante questo manca un adeguato sostegno linguistico e questa carenza rappresenta un grave ostacolo per gli studenti e le famiglie. Lo scorso anno nell'area di Bella Farnia la mediazione culturale in affiancamento ai docenti era un servizio comunale, ma si limitava ad appena 8 ore al mese, troppo poco per bambine e bambini che non hanno né tempo pieno né doposcuola gratuito e non possono essere accompagnati nello studio dai genitori.

Altre barriere si incontrano poi in altri settori, dai servizi all'assistenza sanitaria. Barriere burocratiche per ottenere la residenza e il codice fiscale, per avere l'assegnazione del medico di base o il pediatra, per accedere alla mensa o al trasporto pubblico, per presentare l'Isee, tutte operazioni indispensabili per poter godere dei diritti di base, ma enormemente complicate dalla precarietà economica, logistica e linguistica delle famiglie. E' così che in questi territori si è sviluppata anche una forma di caporalato dei servizi, che offre ogni tipo di supporto a pagamento, fuori da ogni controllo, che si traduce in ulteriori forme di violenza e violazione dei diritti essenziali dei minori.

"La negazione del diritto alla salute per bambine e bambini è uno dei rischi principali di questo stato di cose - si legge nel rapporto di Save The Children - come dimostrano ad esempio le testimonianze raccolte da questa ricerca tra medici e pediatri nella provincia di Latina e Ragusa, dove può succedere di trovarsi, in ambulatorio o in ospedale, di fronte ad una richiesta di assistenza medica essenziale per una bambina o un bambino in assenza di iscrizione sanitaria".

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