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Cronaca

Operazione antidroga, 23 arresti. Acquirenti costretti a subire violenze

Il blitz di questa mattina della squadra mobile ha sgominato una banda dedita allo spaccio, soprattutto di eroina, nel capoluogo. Assuntori picchiati se non pagavano la loro dose

Sono davvero inquietanti i particolari emersi dall’indagine che ha portato ai 23 arresti, tra uomini e donne di nazionalità italiana e nordafricana, effettuati questa mattina dagli agenti della polizia di stato della squadra mobile della questura di Latina.

La maxi operazione, denominata "Annaba", condotta alle prime luci dell’alba e coordinata dalla Procura della Repubblica di Latina, ha sgominato un’organizzazione dedita nel capoluogo al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, soprattutto eroina. La droga veniva fatta arrivare dalla Campania e poi smerciata su tutto il territorio pontino.

Le indagini avevano preso il via l’8 gennaio dello scorso anno, dopo il tentato omicidio di Rida Allali ad opera di due suoi connazionali algerini, identificati e poi arrestati, che poteva essere fatto risalire ad un contrasto nato proprio per problemi di droga.

Da subito le prime ipotesi avevano portato a ricercare il movente del tentato delitto nella frenetica attività di spaccio che serpeggiava nel territorio pontino (hashish, cocaina ed eroina). Da lì l’avvio dell’attività investigativa che vedeva coinvolti pregiudicati italiani residenti a Latina e altri extracomunitari, provenienti in particolare dal Nord Africa, e fatta di appostamenti, di pedinamenti e intercettazioni telefoniche. Già dalle prime indagini si è riusciti a fare luce su quelli che erano i movimenti dell’organizzazione e sui più piccoli acquirenti che venivano utilizzati come pusher.

La droga non veniva mai acquistata in quantità massicce, ma con una certa frequenza in modo tale da avere sempre certa la disponibilità. I commercianti nordafricani si rifornivano soprattutto nelle zone campane e creavano poi dei veri e propri “sportelli” di vendita nel capoluogo, dei punti dove gli acquirenti sapevano di potersi recare e trovare a colpo sicuro la loro dose. Ed è stata proprio la velocità di movimenti, la loro frequenza e precisione a convincere gli agenti di trovarsi davanti ad un’organizzazione ben radicata e strutturata.

Ma i particolari più agghiaccianti sono legati alle modalità violente poste in essere dagli arrestati non solo per la spartizione dei territori e del mercato, ma soprattutto nei confronti dei loro acquirenti che molte volte erano costretti a subire atti sessuali per pagare le dosi o estinguere i loro debiti. Ragazzine giovani, tra i 15 e i 16 anni - e questo rimane il dato più sconcertante, – disposte a vendere il proprio corpo pur di ottenere la loro dose. Il caso più grave è quello legato ad una ragazza minorenne, che oltre ad essere stata costretta ad assumere sostanze stupefacenti, ha subito anche violenza sessuale con minacce in cambio dell’eroina.

Durante l'indagine si è anche fatta luce su altri gravi episodi di violenza originati da contrasti sorti per la divisione del mercato della droga. Tra questi va ricordato l’omicidio del cittadino tunisino Husemme Imbahrki, avvenuto il 1 novembre e per il quale fu tratto in arresto un suo connazionale. Entrambi collaboravano nell’attività di spaccio con i soggetti arrestati nell’operazione odierna e l’omicidio, avvenuto al termine di una violenta lite, deve iscriversi proprio nell’ambito di contrasti collegati alla loro attività criminale.

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