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Cronaca Terracina

‘Free Beach’, il Riesame: “Servizio bagnini e spiagge, legittimo il comportamento della Tintari”

Le motivazioni della decisione che ha annullato quattro imputazioni. Resta in piedi l’accusa sul ponte ciclopedonale

Molti dei comportamenti adottati dalla sindaca di Terracina Roberta Tintari rientrano nello svolgimento delle sue funzioni e nell’urgenza di organizzazione il litorale in vista della stagione estiva. Sono queste in sostanza le motivazioni con le quali il Tribunale del Riesame di Roma ha annullato quattro dei cinque capi di imputazione a carico dell’ex primo cittadino di Terracina, coinvolta nell’inchiesta ‘Free Beach’. 

Nelle motivazioni della decisione, adottata il 9 agosto scorso con la revoca degli arresti domiciliari e la sostituzione della misura con gli obblighi di firma, i giudici spiegano per quale ragione, accogliendo il ricorso presentato dagli avvocati Dino Lucchetti e Massimo D’Ambosio, hanno fatto cadere le accuse relative ai contributi per il servizio di salvamento sulle spiagge, vale a dire l’erogazione di 48mila euro senza che fosse indetta una regolare procedura pubblica, quello relativo all’autorizzazione per Ice Park e quelli sulle concessioni agli stabilimenti ‘Sicilia Beach’ dell’imprenditore Giampiero La Rocca e ‘Whitebeach’.

In riferimento all’accusa di turbativa d’asta per l’affidamento del servizio di assistenza ai bagnanti il Riesame ha ritenuto che la cifra di 48mila euro rientri assolutamente nei parametri così come “la condotta attribuita a Tintari – si legge nelle motivazioni -  consistita nel sollecitare l’effettuazione della gara per l’affidamento della spiaggia della Miciotta appare corrispondente a interessi di gestione del territorio in considerazione dell’incombente stagione estiva”. E anche l’affidamento di un altro tratto di spiaggia alla Whitebeach rappresentava “mero interesse alla sua definizione”. Resta invece in piedi l’accusa di falso per l’iter riguardante il ponte ciclopedonale grazie a un finanziamento europeo, progetto che inizialmente era partito per migliorare le aree di sbarco dei pescherecci, ma poi indirizzato verso una pista ciclopedonale con un passaggio sopraelevato.

“La mistificazione tra la struttura formalmente destinata a attività produttive e il suo essere devoluta a pista ciclopedonale – si legge nelle motivazioni – risulta conclamata nel tempo. In veste di sindaco la Tintari ha esercitato la sua influenza e la gravità dei fatti è ampliata dal coinvolgimento della credibilità sovranazionale e dal perdurare di illecite ingerenze”.  Il Tribunale del Riesame in un passaggio sottolinea inoltre le pressioni e le interferenze sull’attività di indagine della Capitaneria di porto e i tentativi di delegittimarla.

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