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Fabio Altissimi: “L’emergenza romana dei rifiuti? Sembra creata ad Hoc”

L’amministratore di Rida Ambiente: “Quello che si vuole è riaccendere i tritovagliatori”

Mentre si susseguono sui social le foto di una Roma decadente invasa dai sacchetti di plastica e le istituzioni riempiono i giornali con accuse reciproche sulla responsabilità di questa nuova crisi, suona come una provocazione l’intervento di Fabio Altissimi, l’amministratore dell’impianto Tbm alle porte di Aprilia (che dista poco più di 40 km dalla Capitale) che sostiene come l’emergenza romana non esista o meglio sembri creata ad hoc.

“Non è una provocazione, è una verità basata sui fatti – commenta Altissimi- Roma, secondo quanto riportato dagli organi di stampa, produce circa 4mila tonnellate di rifiuto indifferenziato al giorno: mille di queste vengono trattate negli impianti Colari, 500 in via Salaria e 500 a Rocca Cencia. All’appello manca quindi il trattamento di circa duemila tonnellate di rifiuti al giorno. Rida Ambiente, che si trova nella regione e quindi potrebbe ricevere rifiuti senza particolari autorizzazioni, insieme al Tmb di Saf a Frosinone, potrebbero sopperire per 800 tonnellate a questa emergenza. Eppure  a noi Ama ha fatto richiesta di trattare solo 80 tonnellate, al costo di 131 euro a tonnellata. Come mai si sceglie di mandare i rifiuti a Reggio Emilia oppure in Abruzzo? Anche qui bisogna stare attenti alle quantità interessate. Prendiamo ad esempio l’accordo con Reggio Emilia: si parla di circa dieci camion al giorno, ossia 250 tonnellate. Ma non erano quasi duemila quelle in eccesso da smaltire?

In realtà, secondo Altissimi, per smaltire il rifiuto in eccesso si vorrebbero riportare in auge i tritovagliatori, immensi trita rifiuti che strizzano e sminuzzano l’indifferenziato, senza trattarlo, diminuendo il suo volume. Macchinari dalla tecnologia antiquata, che già in passato sono costati al Lazio una sanzione da parte dell’Unione europea che, invece, richiede che i rifiuti vengano trattati e che in discarica finiscano solo gli scarti in alcun modo lavorabili o avviabili al recupero energetico. “Nella realtà a essere stato spinto al massimo, nel quasi silenzio generale, è stato il tritovagliatore mobile di Rocca Cencia di proprietà di Ama, ora spostato a Ostia. E questo rappresenta nient’altro che un precedente. Se questo impianto pubblico (che a me pare essere utilizzato come una prova dalla Regione Lazio che autorizza) supererà indenne eventuali controlli, ecco che Porcarelli avrebbe tutto l’interesse a far ripartire il proprio tritovagliatore, questo fisso e non mobile, che si trova all’interno degli impianti di Rocca Cencia e che gli è stato dato in affitto dal gruppo Cerroni. Un macchinario che quando venne messo in funzione costò ai cittadini 175 euro per tonnellata ricevuta, un prezzo concordato con una trattativa privata e senza nessun tipo di evidenza pubblica. Un macchinario che utilizza una tecnologia antiquata e che non tratta il rifiuto come le normative europee e nazionali richiedono invece da anni”.

Su alcuni organi di stampa, peraltro, la gestione Cerroni (con un’inchiesta ancora aperta a suo carico e con il dominus dei rifiuti che ha dovuto lasciare formalmente la gestione degli impianti a causa di un’interdittiva antimafia)  pare essere rimpianta, memoria di un tempo in cui Roma non era invasa dai rifiuti e le cose sembravano funzionare. “Non voglio entrare, di nuovo, in questa polemica – conclude Altissimi – ma anche in questo caso dovrebbero parlare i fatti. Prima i rifiuti non venivano trattati ma gettati in un enorme buco chiamato Malagrotta, ancora non bonificata dopo cinque anni dalla chiusura e sulla quale dovrebbe essere effettuato il cosiddetto capping  sul quale però la Regione non si pronuncia. Gettare rifiuti tal quale in discarica oggi dovrebbe essere considerato illegale. Sul piano economico mi sembra che attualmente conferire in quegli impianti costa 140 euro, e che al tempo dell’emergenza il tritovagliatore privato venne utilizzato a 175 euro a tonnellata, costi ben lontani dai 105 euro per tonnellata della vecchia gestione che non trattava i rifiuti”.

Ci sono impianti che sono vuoti, dei costi veri, e quali sono le necessitò di Roma, nessuno dice per quanto: quantità: tu hai emergenza in corso ma di quante tonnellate? Roma produce tremila tonnellate al giorno di rifiuto indifferenziato, mille vanno da cerroni, mille vanno dentro rocca cencia e via salaria di ama, sono duemila tonnellate di capacità. Ne rimangono mille tonnellate al iorno. Perchp chiedno una mano a reggio emilia per dieci bili i per 250 tonnellate, le utleriori 700?.

Perché rida contratto epr 80 tonnellate al giorno? Voglio crearci un alibi, di fronte a chi domani mattina indagherò: ho fatto conrartto con rida e saf ma ho dovuto metere a moto l’impianto di tritovagliatura.

È una farsa sono tutti d’accordo. Stanno utilizzando l’ama per creare un precedente con il tritovagliatore. Precedente per Porcarelli e Cerroni, utilizzano il pubblico pe creare un precedente nel momento in cui nessuno contesta apre il privato.

Anche risparmio con Cerroni non  corretto: da 105 euro con lui a 140 euro ora. Non è vero perché Porcarelli  sta a 146 euro e lui al momento della crisi ne ha approfittato e ha portato il tritovaglatore a 175 euro. Ridateci cerroni che vuol dire? Roma era pulita? Si ma discarica da bonificare ancora li dopo cinque anni dhe è chiusa e nessuno ha detto di fare un capping, ragione tace, c’è un processo sopra, c’è sanzione di unione europea. 

A noi dopo quattro mesi di solleciti ci hanno chiesto di intervenire per 80 tonnelalta al giorno, quindi quesa emergenza non esiste, 80 tonmnellate per una citta di 4 milioni di persone che produce tre milioni di tonnellate prodotte  non equivale un’emergenza vist che noi siamo pronti ad ospitarne anche 500. Qiundi finta e mi viene in mente che sia utilizata spettro emergenza per reare precedente.

Prima cerroni conveniente quandoc’era buco unico e si sotterrava e basta non quando si tratta che è cosa ben diversa. Emergenze create per far denaro e non per risolvere provlema dei cittadini.

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