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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Intascava buoni fruttiferi intestati a defunti: banda smascherata dai finanzieri. Come agiva

L’operazione delle fiamme gialle che a Nettuno hanno scoperto come operava l’organizzazione con l’aiuto di una dipendente infedele di Poste, poi licenziata. Sei gli indagati, tre le persone arrestate

Intascavano buoni fruttiferi postali intestati a persone decedute, ovvero a persone in vita ma giacenti da anni: una vera e propria banda quella smascherata dalla Guardia di Finanza a Nettuno. I militari  hanno dato esecuzione all’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Velletri, su richiesta della locale Procura, arrestando tre persone, tra cui un’ex dipendente di Poste Italiane, e sottoposto a sequestro preventivo il provento dell’attività illecita,circa 700 mila euro. 

Gli accertamenti sono stati condotti dalle fiamme gialle delle Fiamme Gialle della Compagnia di Nettuno in seguito alla denuncia presentata da uno degli eredi di un’intestataria di titoli emessi da Poste Italiane; così è stato possibile individuare 6 persone che si sarebbero appropriate di sette buoni fruttiferi postali, intascandosi il controvalore di 363.000 euro. 
Il gruppo ha potuto operare grazie alla collaborazione di una donna, all’epoca in servizio presso una delle agenzie postali dislocate a Nettuno, la quale ha potuto sbloccare 6 buoni fruttiferi postali del valore di 300mila euro intestati a una signora defunta e poi monetizzare un ulteriore titolo ammontante a 63.000 euro, di proprietà di un’altra persona vivente che non ne aveva mai chiesto lo smobilizzo. 

La donna - poi licenziata da Poste Italiane che ha fornito piena collaborazione agevolando la ricostruzione della vicenda - si sarebbe occupata delle domande di smobilizzo con l’apposizione delle firme false degli aventi diritto, mentre gli altri 5 (tra cui due pregiudicati) avrebbero messo a sua disposizione documenti di riconoscimento falsificati, ottenendo ovviamente un vantaggio economico. In particolare, spiegano in una nota della Guardia di Finanza, “il denaro proveniente dalla liquidazione dei buoni fruttiferi della defunta era stato accreditato sul libretto di quest’ultima, ancora aperto, per poi confluire, grazie a ordinativi disposti dalla dipendente infedele, su conti correnti a essi riconducibili, per poi essere prelevato attraverso sportelli Atm”. 

Durante le perquisizioni domiciliari nelle abitazioni degli indagati, i militari hanno rinvenuto un buono fruttifero ordinario postale emesso nel 1988, di 5.000.000 delle vecchie lire, del valore attuale pari a circa 30.000 euro, intestato a un uomo deceduto nel 1998, che è stato restituito agli eredi legittimi. 

Gli elementi acquisiti nel corso delle indagini hanno permesso alla Procura di Velletri di ottenere l’emissione del provvedimento cautelare personale, con cui sono state disposte due custodie cautelari in carcere e una agli arresti domiciliari, nonché il sequestro preventivo di beni e denaro per oltre 700.000 euro. Per i sei sono indagati le ipotesi di reato sono quelle di peculato e riciclaggio e, in attesa di giudizio definitivo, vale la presunzione di non colpevolezza. 
 

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