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Domenica, 28 Aprile 2024
L'operazione

Camorra, confisca da 2,5 milioni all’ex consigliere regionale campano. Parte del “tesoro” nel sud pontino

Il provvedimento eseguito da polizia e guardia di finanza di Caserta; l’ex politico riconosciuto dal giudice penale come imprenditore e politico colluso con il clan dei Casalesi. La confisca anche a Formia e Gaeta

Ha interessato anche la provincia di Latina, e in particolare il sud pontino, l’attività di confisca del patrimonio riconsducibile all'ex consigliere della Regione Campania Nicola Ferraro, già attivo nel settore imprenditoriale dei rifiuti, condannato dalla Corte di Appello di Napoli per concorso esterno in associazione mafiosa, con sentenza passata in giudicato. 

La polizia e il Comando provinciale della guardia di finanza di Caserta hanno dato esecuzione all’apposito decreto della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, emesso su proposta del Questore di Caserta che riguarda la confisca in via definitiva, in Campania e nel Lazio, di beni, partecipazioni societarie, rapporti finanziari e bancari, nonché indennità e somme derivanti dal vitalizio consiliare per un valore pari a circa 2,5 milioni di euro

Il provvedimento, come spiega CasertaNews, rappresenta l’epilogo di una complessa ed articolata indagine svolta dalla Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Caserta e dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Caserta che ha permesso di ricostruire gli asset patrimoniali e finanziari nella disponibilità - diretta ed indiretta (anche tramite i suoi familiari) - dell’ex politico, acquisiti con i proventi derivanti delle attività illecite, commesse nel tempo, nell’esercizio della propria attività imprenditoriale. 

Ferraro è stato riconosciuto dal giudice penale come imprenditore e politico colluso con i reggenti del clan dei Casalesi (fazioni Schiavone e Bidognetti), almeno dal 2000 in poi e comunque già prima della sua elezione al Consiglio regionale della Regione Campania (avvenuta nel 2005); secondo quanto accertato ha asservito sia la propria attività imprenditoriale nel settore dei rifiuti sia quella politica alle esigenze camorristiche, ricevendo in cambio un appoggio determinante per la sua stessa affermazione imprenditoriale ed un decisivo sostegno elettorale. 

Gli accertamenti e gli approfondimenti condotti per disvelare l’origine del rilevante patrimonio hanno consentito di acclarare come gran parte delle attività e dei beni entrati nella disponibilità dell’ex costiere regionale e dei suoi più stretti congiunti fossero stati effettivamente rilevati con i profitti ottenuti grazie alla stretta contiguità con il clan dei Casalesi. Sono stati così sottoposti a confisca, divenuta definitiva, 7 fabbricati, dislocati tra i comuni di Caserta, Casal di Principe, Arienzo, Gaeta e Formia, quote societarie riconducibili a 2 imprese attive nel settore immobiliare e nel campo dell’ingegneria integrata, un’autovettura ed un motociclo, gli emolumenti e le indennità percepite (inerenti l’intero periodo di consiliatura), per un valore pari a 834.226,46 euro, e il maturando vitalizio consiliare (per il periodo postumo dal raggiungimento del sessantesimo anno di età, da quantificare) in seno alla Regione Campania, per un valore complessivo di circa 2,5 milioni di euro.

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