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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

"Zof diceva che se il chiosco lo avessero dato ad altri lo avrebbe bruciato"

Nell'inchiesta della Direzione antimafia le dichiarazioni del pentito Agostino Riccardo. "Lui mi diceva che al padre non avrebbero mai tolto la gestione"

“Alessandro Zof diceva in giro che se fosse stato dato il chiosco in gestione a qualcun altro, lui dopo cinque minuti lo avrebbe bruciato”. 

A supporto degli elementi raccolti dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma e dagli investigatori della Squadra mobile di Latina nell'indagine sul primo chiosco del lungomare che ha portato ieri all'alba all'emissione di otto misure cautelari ci sono anche le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Agostino Riccardo, ex appartenente al clan Travali del quale Alessandro Zof era parte integrante in veste di fornitore di droga tanto da essere coinvolto in tutte le inchieste sul quel gruppo criminale, da ‘Reset’ a ‘Scarface’ per le quali è stato condannato. 

“Io – ha raccontato il pentito agli investigatori in merito ai comportamenti della famiglia Zof circa la titolarità di quello spazio - parlavo con Alessandro che faceva parte del clan Travali e lui mi diceva che al padre non avrebbero mai tolto la gestione del chiosco, almeno fino a quando durava la vecchia gestione comunale facente capo a Di Giorgi e ai sindaci precedenti. Con l’elezione del sindaco Coletta, Zof non ha avuto più la gestione del chiosco. Non so quanto potesse rendere la gestione del chiosco, credo 25mila o 30mila…in ogni caso era una zona di spaccio. Io so che Zof ha acquistato un appartamento a piano terra con giardino dietro il centro commerciale Giotto. L’ha comprato con i soldi della droga”.

Riccardo ha anche spiegato ai magistrati della dda che per la famiglia Zof la titolarità di quella struttura “era una questione di prestigio del suo nome oltre che punto di riferimento dei criminali di Latina anche per la gestione dello spaccio di droga”. E dopo gli incendi del maggio 2023, Maurizio Zof intercettato in carcere durante un colloquio con il figlio Alessandro auspica che il Comune possa riaprire i bandi, soprattutto per il primo chiosco. 

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