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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Metrolatina, nessun risarcimento per l'opera mai realizzata

La Corte di appello civile ha dato ragione al Comune di Latina e respinto la richiesta di quasi 32 milioni di euro presentata dalla società

Il Comune di Latina ha vinto anche il secondo round del processo civile nel quale la società Metrolatina chiedeva un pesante risarcimento danni - circa 32 milioni di euro - per la mancata realizzazione della metropolitana leggera.

La sentenza della seconda sezione civile della Corte di appello di Roma ha infatti respinto il ricorso della spa che si era vista dare torto già in primo grado ed aveva impugnato quel pronunciamento che risale al novembre 2020. La società rivendicava nel dettaglio quasi 11 milioni di euro per i costi sostenuti, 10 milioni per l’acquisto di materiale rotabile e spese connesse, oltre 9 milioni per le penali previste nella convenzione stipulata nel 2007 con l'amministrazione comunale ma in giudici in entrambi i gradi di giudizio hanno accolto le ragioni dell'ente, rappresentato dall'avvocato Francesco Cavalcanti. Oggetto del contendere la mancata realizzazione dell'opera che nelle intenzioni dei suoi promotori dovera collegare - in tre lotti - la stazione ferroviaria con il litorale. Opera che non ha mai visto neppure l'apertura di un cantiere ed è rimasta su carta.  

Metrolatina – assistita dagli avvocati Stefano Bucci, Nicola Decio Mattei e Amedeo Palumbo - contestavano in particolare la circostanza che il Comune non avesse richiesto il contributo chilometrico regionale ma la recente sentenza precisa che “le clausole della convenzione nelle quali il Comune garantiva l’erogazione del contributo regionale erano, in sostanza, tese a riversare sul Comune un onere finanziario in assenza di copertura contabile". L’opera non contava su alcuna copertura finanziaria dunque l'amministrazione non deve rimborsare a Metrolatina i costi sostenuti per acquistare le carrozze, viste solo in una occasione quando rimasero esposte in piazza del Popolo per quanche giorno. Da parte sua il legale dell'ente l’avvocato Cavalcanti, ha sottolineato come “era fatto pacifico inter partes che il Comune non avesse previsto nei propri strumenti contabili la copertura della somma prevista dal Pef quale contributo regionale”. Per i giudici dunque la Regione Lazio “non aveva assunto alcun obbligo nei confronti della concessionaria e il Comune concedente aveva garantito il pagamento dei contributi regionali previsti nel Piano economico e finanziario”. 

Per il Comune è quindi scongiurato il rischio di dover pagare un risarcimento danni da record.

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