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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Incendio all'auto della Ciolfi: "Una notte da incubo, fiamme alte fino al primo piano"

La consigliera comunale ascoltata nel processo a carico dell'esecutore materiale del rogo. Il mandante, titolare di un tratto di spiaggia, è già stato condannato

Nuova udienza davanti al giudice monocratico del Tribunale di Latina Clara Trapuzzano del processo a carico di Valentino Mandrelli, ritenuto il responsabile dell’attentato incendiario messo a segno a settembre 2019 ai danni dell’auto della consigliera comunale Maria Grazia Ciolfi. Ed è stata lei stessa in aula a raccontare gli eventi di quella sera e dei mesi successivi. “E’ stato uno dei momenti più angoscianti che la nostra famiglia è stata costretta a vivere” ha raccontato l’allora delegata alle Politiche ambientali, patrimoniali urbanistiche e produttive della Marina. “E anche i mesi successivi sono stati piegati dall’ansia, dalla paura per noi e per i nostri figli. Fino al giorno degli arresti che hanno dato risposte e sollievo per la chiusura delle indagini – ha aggiunto - ma hanno anche aperto un’ulteriore dolorosa consapevolezza, quella di dovere sottostare, nell’esercizio della pubblica funzione, a possibili atti ritrosivi e intimidatori”.

Una vicenda che si è conclusa con l’arresto di due persone. Gianni Mastrostefano, accusato di minaccia a un pubblico ufficiale e danneggiamento a seguito di incendio che ha scelto di patteggiare la pena ed è stato condannato a un anno e sei mesi e  Mandrelli, ritenuto l’esecutore materiale, deve rispondere anche di violazione di domicilio. All'origine dell'atto intimidatorio secondo l’accusa "impedire controlli sul terreno di proprietà di Mastrostefano in via Valmontorio sul litorale di Latina dove era stata realizzata una recinzione abusiva su cui era stata posizionata una roulotte in violazione alle norme. Si voleva dissuadere la vittima affinché non influisse negativamente, in ragione degli incarichi ricoperti, sulla pratica edilizia per la quale era stata presentata una Scia alla quale il Comune aveva risposto con una diffida dall’eseguire qualsiasi tipo di opera sulla spiaggia, in quanto in violazione del piano di utilizzazione dell’arenile comunale”. “Quella sera e anche dopo – ha ricordato la Ciolfi nel corso della sua testimonianza – abbiamo vissuto un incubo: abbiamo sentito un rumore forte mentre eravamo a letto e quando siamo scesi l’auto stava bruciando con fiamme che arrivavano al primo piano”. Nel processo la consigliera comunale e il marito si sono costituiti parte civile con gli avvocati Stefano Reali e Domenico Casillo mentre il Comune di Latina è rappresentato dall’avvocato Francesco Cavalcanti.

La prossima udienza è stata fissata per il 3 luglio.

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