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Cronaca

Processo "Scarface", pene dimezzate in appello per il clan Di Silvio

80 anni di carcere ai 19 imputati a vario titolo di associazione a delinquere di tipo mafioso, traffico di stupefacenti, estorsione, sequestro di persona

Pene dimezzate nel processo di appello per l'operazione “Scarface” che a ottobre 2021 aveva portato da parte degli uomini della Squadra mobile all’arresto di numerosi componenti del clan Di Silvio. A fronte dei complessivi 161 anni di carcere inflitti nel processo di primo grado con rito abbreviato davanti al gup di Roma la sentenza di secondo grado ha ridotto le pene a 80 anni di reclusione pur riconoscendo le modalità mafiose con le quali il clan di Campo Boario agiva. Dopo gli interventi degli avvocati Alessia Vita, Sandro Marcheselli, Oreste Palmieri, Alessandro Paletta, Antonino Castorina, Luca Melegari, Alessandro Farau, Maurizio Forte, Giancarlo Vitelli nella scorsa udienza questo pomeriggio, martedì 23 gennaio, dopo una lunga camera di consiglio è arrivato il verdetto della Corte di Appello.

Per quanto riguarda i sette imputati che hanno scelto il concordato queste le condanne: Marco Ciarelli 3 anni e 6 mesi; Mirko Altobelli 2 anni; Riccardo Mingozzi 3 anni e un mese; Daniel Alessandrini 2 anni e 9 mesi; Simone Ortenzi 4 anni; Manuel Agresti 4 anni e cinque mesi; Simone di Marcantonio 2 anni e otto mesi.

Per gli altri: Carmine Di Silvio detto Porcellino 10 anni; Antonio Di Silvio detto Patatino 7 anni e dieci mesi; Ferdinando Di Silvio detto Prosciutto 8 anni; Fabio Di Stefano detto il Siciliano 8 anni e 10 mesi; Costantino Di Silvio detto Costanzo 8 anni e quattro mesi; Costantino Di Silvio detto Cazzariello 4 anni; Alessandro Di Stefano 3 anni e mezzo; Alessandro Zof 2 anni e otto mesi; ,  Anna Gina Di Silvio 3 anni e quattro mesi; Michele Petillo 2 anni e otto mesi. Assoluzione invece per Salvatore e Franco Di Stefano.

Agli esponenti del clan di Campo Boario la Direzione antimafia contestava a vario titolo i reati di associazione a delinquere di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, sequestro di persona, spaccio di droga, furto, detenzione e porto abusivo di armi, tutti aggravati dal metodo mafioso e da finalità di agevolazione mafiosa.

Nel processo si sono costituiti parte civile il Comune di Latina, l’associazione Caponnetto, l’Assovittime criminalità e il collaboratore di giustizia Emilio Pietrobono. Le motivazioni della sentenza verranno depositate entro 90 giorni.

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