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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Sequestro e pestaggio: "Mi doveva pagare delle sigarette elettroniche"

L'interrogatorio del 19enne arrestato per avere tenuto in ostaggio un ragazzo in un appartamento di viale Nervi. Al gip ha negato il debito di droga

Ha raccontato di avere venduto alla vittima alcune confezioni di sigarette elettroniche che però non gli ersno state pagate ma ha negato il resto delle accuse e sorpattutto che all'origine del regolamento di conti ci fosse  invece un debito di droga. Il 19enne di Latina arrestato nei giorni scorsi per tentata estorsione in concorso, sequestro di persona, costrizione a commettere reato con violenza e minaccia con l'uso di armi ai danni di un 22enne è stato ascoltato ieri mattina dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina Mario La Rosa e ha risposto alle domande del magistrato. Assistito dagli avvocati Giancarlo Vitelli e Alessia Righi nel corso dell’interrogatorio di garanzia haraccontato di avere venduto alla vittima alcune confezioni di sigarette elettroniche che però non gli erano state pagate quindi lui rivendicava il denaro che gli spettava.

Diversa invece la ricostruzione fatta dai carabinieri in seguito alla denunica del 22enne il quale ha spiegato di avere acquistato 50 grammi di hashish per i quali avrebbe dovuto pagare 650 euro ma pochi giorni dopo gli era stato detto che il suo debito era salito a quasi 2mila euro. Non avendo il denaro per pagare era stato portato a forza in un appartamento a viale Nervi dove era stato tenuto prigioniero per ore, minacciato ma anche privato del suo cellulare per impedirgli di chiedere aiuto e poi picchiato con calci, pugni e colpi di cinghia e ancora costretto a rubare materiale edile all’interno di un cantiere. Poi la fuga e la denuncia che ha portato all'arresto del 19enne e all'iscrizione nel registro degli indagati di altre tre persone tra le quali la 39enne titolare dell'appartamento dove la vittima è stata tenuta prigioniera colpita da un provvedimento che le vieta di avvicinarsi alla vittima.  Anche lei è stata sentita dal giudice ma è rimasta in silenzio avvalendosi della facoltà di non rispondere.

Il giovane per ora rimane quindi in carcere mentre la difesa sta decidendo se chiedere la revoca del provvedimento

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