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Lunedì, 29 Aprile 2024
Il caso

“Problemi al cuore dopo il vaccino anti-covid”: ragazza di 24 anni fa causa per il risarcimento

Per l'avvocato Renato Mattarelli, a cui si è rivolta la giovane, non v'è dubbio “che vi siano elevate probabilità che la vaccinazione sia la causa della pericardite e del versamento pleurico”

Potrebbe essere stato il vaccino anti-covid a causare i danni al cuore a una giovane pontina di 24 anni: ne sono convinti lei e il legale al quale si è rivolta per il risarcimento dei danni. Nel 2021 e 2022 la ragazza di Latina si è sottoposta alla somministrazione del vaccino contro il coronavirus e da subito, spiega lo stesso legale Renato Mattarelli, ha “accusato un malessere generalizzato e affaticamento. Qualche mese dopo alla giovane veniva diagnosticato dai medici lo '...scollamento pericardico a carico della parete laterale del ventricolo sinistro e di dubbia falda di versamento pleurico sinistro…'. La grave patologia cardiaca rilevata dall'ecocardiogramma era uno dei rischi espressamente previsti nella scheda informativa del vaccino somministrato alla giovane: ‘..Possibili effetti indesiderati...infiammazione del rivestimento esterno del cuore (pericardite) che possono causare respiro corto, palpitazioni o dolore toracico …’”.

Per l'avvocato Mattarelli “non v'è dubbio che vi siano elevate probabilità che la vaccinazione sia la causa della pericardite e del versamento pleurico. Prima della vaccinazione la giovane era una attiva sportiva che si sottoponeva regolarmente a visite ed esami cardiologici con esiti di ottima salute. Invece, dopo la prima e la seconda dose del 2021 e il booster del 2022, la salute della giovane ha iniziato a peggiorare e aggravarsi progressivamente. Oggi la 24enne non solo non può più svolgere le proprie attività sportive ma ha difficoltà anche a salire una rampa di scale, deve sottoporsi a controlli serrati e inizia ad accusare i sintomi di una depressione post-traumatica da stress visto che anche la qualità e le sue abitudini di vita è cambiata”.

Questi danni, che al momento sono state richiesti dall'avvocato Mattarelli con una prima domanda di indennizzo in favore proprio dei danneggiati da vaccinazione e che prevede un assegno mensile a vita, saranno richiesti anche in Tribunale per il risarcimento integrale che tenga conto di tutti i pregiudizi subiti dalla giovane: oltre ai danni alla salute e alla forzata modifica delle proprie abitudini di vita saranno chiesti i danni patrimoniali visto che la 24enne appena laureata, aggiunge il legale, non potrà (viste le condizioni di salute) intraprendere alcune professioni e lavori che richiedono il trasferimento all’estero.

Per l’avvocato della giovane, oltre alla responsabilità del Ministero della Salute, dell'Aifa che hanno autorizzato i vaccini e delle farmaceutiche produttrici di quelli somministrati, con riferimento a Pfizer e Moderna, sono ravvisabili anche responsabilità dei sanitari che hanno inoculato la dose a Latina. “La 24enne aveva infatti scritto nella scheda anamnestica da consegnare ai medici di soffrire di ‘...soffio al cuore…' e di accusare ‘...mal di gola/perdita dell'olfatto o del gusto…' e che due mesi prima era risultata positiva al test degli anticorpi Anti-Sars-CoV2 e, ciononostante, veniva comunque sottoposta a vaccino. Anche dopo i primi sintomi post vaccinali successivi all'inoculo della prima dose del 2021 (malessere generale, affaticamento e affanno) di cui la giovane informava i medici, veniva vaccinata con la seconda dose”. Dalla documentazione deposita dall'avvocato Mattarelli per la domanda di indennizzo risulta anche che, prima della somministrazione della dose booster la ragazza informava i medici “di essere stata a contatto, nei 30 giorni precedenti con persone contagiate da Covid-19 e di accusare ‘..mal di gola/perdita di gusto/olfatto…'. Ciononostante i sanitari di Latina procedevano alla vaccinazione in violazione della Raccomandazione del 3.03.21 del Ministero della Salute per cui è “...possibile considerare la somministrazione di un’unica dose di vaccino anti-SARS-CoV-2/COVID-19 nei soggetti con pregressa infezione da SARS-CoV-2 (decorsa in maniera sintomatica o asintomatica), purché la vaccinazione venga eseguita ad almeno 3 mesi di distanza dalla documentata infezione e preferibilmente entro i 6 mesi dalla stessa…’”. 

Inoltre nel ricorso per l'indennizzo il legale ha evidenziato come le “complicanze cardiologiche e cardiovascolari, come quelle della giovane pontina post-vaccinazione con Comirnaty (Pfizer) e Spikevax (Moderna) hanno trovato riscontro in molti studi condotti da autorità nazionali (AIFA) e internazionali (Pharmacivingilance Risk Assessment Committee- PRAC dell'European Medicines Agency) competenti che, hanno redatto un prestigioso lavoro attestante, proprio come nel caso dell'istante “...il comitato per la sicurezza dell'EMA (PRAC) ha valutato dati recenti sul rischio noto di miocardite e pericardite a seguito della vaccinazione con i vaccini COVID-19 Comirnaty e Spikevax (precedentemente COVID-19 Vaccine Moderna). Questa revisione includeva due ampi studi epidemiologici europei. Uno studio è stato condotto utilizzando i dati del sistema sanitario nazionale francese (Epi-phare) e l’altro si è basato sui dati del registro nordico”.

“Quello della 24enne di Latina - conclude poi l’avvocato Mattarelli - è uno dei tanti casi di danni associati o compatibili con la vaccinazione. In ogni caso saranno le Autorità sanitarie e giudiziarie a stabilirne il nesso casale”.
  

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