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Ristrutturazione dei beni confiscati, prorogati i termini per l'ottenimento dei fondi regionali

L'ammontare complessivo dei contributi è di un milione e mezzo di euro. In provincia di Latina gli immobili assegnati sono 17

L'Avviso pubblico per la concessione ai Comuni e alle associazioni di contributi per un milione e mezzo di euro per la ristrutturazione di beni confiscati alle mafie pubblicato lo scorso 22 luglio è stato prorogato con scadenza al 15 novembre 2021 al fine di assicurare comunque la ragionevole durata e conclusione dei procedimenti, nonché garantire la massima diffusione e un coinvolgimento quanto più capillare e mirato dei potenziali destinatari.  Lo ha reso noto la Regione Lazio precisando che il provvedimento è stato adottato a  seguito dell’attacco subito dai sistemi informatici della Regione che ha reso il sito dell’ente irraggiungibile per alcune settimane.

I Comuni del Lazio a cui sono stati assegnati beni confiscati dall'Agenzia dei Beni Sequestrati e Confiscati sono 77 di cui 37 in provincia di Roma, 17 a Latina, 15 a Frosinone, 6 a Viterbo e 2 in provincia di Rieti. In questi ultimi anni abbiamo finanziato 48 progetti di ristrutturazione a Comuni e associazioni e restituiti alle comunità 13 immobili, diventati luoghi di inclusione, cittadinanza e socialità responsabile.

“Restano salve le istanze già pervenute, ferma restando la possibilità di ripresentare l’istanza medesima, secondo le procedure previste nell’Avviso o di integrare l’istanza già presentata - spiega il presidente dell'Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio Gianpiero Cioffredi - i progetti, finanziabili fino a 70mila euro, devono prevedere il ripristino dell'agibilità del bene e la sua messa in sicurezza con interventi di tipo strutturale, di finitura e/o di impiantistica, l'abbattimento delle barriere architettoniche, l'adeguamento alla normativa vigente in materia di misure antincendio. L'impegno e lo sforzo per riutilizzare a scopo sociale i beni confiscati alle mafie  - conclude Cioffredi - è il modo con cui vogliamo  affermare un principio di valore culturale, etico ed educativo nella lotta ai sodalizi criminali, che vede nelle comunità dei territori il protagonista principale”.

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