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Insieme Formia, il ds Di Marco: "La vittoria in Coppa Italia frutto di maturità. Ai tifosi faccio una promessa"

Il direttore sportivo racconta i segreti dietro la conquista del trofeo: "La Coppa Italia non era in preventivo ma da subito sono stato convinto che questa squadra avesse grandi potenzialità..."

"Sono due notti che non chiudo occhio, qui a Formia c'erano oltre mille persone in piazza"... Qualche ora dopo la vittoria della Coppa Italia d'Eccellenza contro la Luiss, l'euforia non è ancora svanita. Quello che a inizio stagione non era neppure un obiettivo, è diventato realtà a conclusione di un percorso vincente, anche un po' inatteso, che però ha regalato un sogno straordinario, una coppa che mancava dal 2007. L'Insieme Formia, retrocesso in Eccellenza lo scorso anno e protagonista, in campionato, di un girone d'andata non particolarmente entusiasmante - che ha portato anche un cambio in panchina - ha costruito giorno dopo giorno un gruppo in grado di portare a casa un trofeo che adesso proietterà il club alle fasi nazionali, con vista sulla Serie D. Tra i protagonisti di questo percorso vincente, c'è sicuramente il direttore sportivo Filippo Di Marco, arrivato in estate con un solo compito: ricostruire. Ai microfoni di LatinaToday, il ds ha parlato così.

Lo scorso anno la retrocessione in Eccellenza, quest’anno dopo un inizio di campionato particolare, la vittoria della Coppa Italia. In pochi mesi siete passati dalla delusione all’entusiasmo più grande: quanto lavoro c’è dietro questo trofeo?

"Quando sono arrivato ad agosto ho trovato un ambiente totalmente da ricostruire. C'era pessimismo da tutte le parti. Il presidente era deluso dalla retrocessione ma soprattutto da chi pensava che potesse risollevare le redini insieme a lui, invece lo ha lasciato solo. Tutti hanno preso altre strade ed è stato rifondato tutto da zero. Prima che si amalgami la situazione, prima che i giocatori prendano fiducia nel nuovo corso e nel nuovo staff, passa un po' di tempo. Ad oggi, dopo cinque-sei mesi, possiamo dire che tutto quello che abbiamo programmato ad agosto si sta trasformando in soddisfazione. Non parlo solo della prima squadra ma anche ad esempio del trasferimento di Campagna alla Lazio. Lui fa parte di un progetto, l'ho voluto portare qui come giovane di Lega e dopo sei mesi è stato preso da una squadra di Serie A. Le basi che abbiamo gettato ad agosto si stanno rivelando forti e solide. Con un pizzico di fortuna in più, che ci porta anche risultati, ma anche con dedizione e lavoro mio e dei miei collaboratori. Credo che questa sia la strada giusta da percorrere".

In finale, dopo un primo tempo con varie occasioni ma nessun gol e l'infortunio di Gabionetta, siete riusciti a scendere in campo con un piglio diverso nella ripresa, segnando addirittura tre reti e dimostrando un carattere importante anche dopo il pareggio della Luiss. Quanto credevate a questo traguardo?

"La squadra è stata matura. Il gol del pareggio dopo cinque minuti che eravamo passati in vantaggio e dopo l'infortunio di Gabionetta avrebbero potuto tagliarci le gambe. Invece abbiamo fatto il 2 a 1, gestendo la gara in maniera intelligente. Non è stata una partita giocata benissimo a livello qualitativo ma siamo stati intelligenti nella gestione. Gran parte della gestione tecnica è riconducibile al mister. Nel primo tempo ha giocato con il 3-5-2 mentre nel secondo, in maniera inaspettata, è passato al 4-3-3 e lì c'è stata la svolta. Ha trovato la chiave di lettura giusta e ha fatto sì che un giocatore come Djaló, forte di testa e molto fisico, venisse sfruttato al meglio. Così come Ragosta, importante in fase di ripartenza. La lettura della gara è stata perfetta. Sono molto contento per Djaló, ero convinto che ci potesse dare quella forza fisica e quelle caratteristiche che a noi servono perché sono diverse da tutti gli attaccanti che abbiamo. È quel giocatore che fa la differenza in fase di quantità. Se inizia a fare gol, ci possiamo divertire tanto".

Dopo l’arrivo di Gioia avete ottenuto un pareggio e due vittorie in campionato, in due derby, oltre che la Coppa Italia. Cosa ha portato in più nello spogliatoio, a livello caratteriale, oltre ovviamente alle idee tattiche?

"Il mister si è presentato subito con le idee chiare e con molta decisione. Tra me e lui si è creato subito un rapporto di alchimia perché il calcio ha una sua lingua. Anche io ero dell'opinione che questa squadra avesse bisogno di un cambio di modulo e ci siamo trovati d'accordo. Un cambio anche di impostazioni di caratteristiche dei ragazzi perché abbiamo tanta qualità. Gioia si è presentato subito in maniera decisa e ha messo subito dei paletti. Adesso questo ci sta portando a dei risultati positivi. Devo ringraziare comunque mister Pernice perché abbiamo un ottimo rapporto, ci sentiamo spesso, mi ha chiamato per farmi i complimenti. La vittoria in Coppa è anche merito suo, grazie a lui siamo arrivati alla semifinale di andata. Quindi lo ringrazio".

Ringraziamento che ha fatto anche mister Gioia...

"Assolutamente, ma è giusto che sia così. Rimarrà sempre una persona che stimerò e porterò nel cuore e che continuerò a sentire sempre al di fuori del calcio. Ha dei valori importanti e non dimenticherò i mesi trascorsi con lui".

Nella finale vi hanno seguiti in centinaia ad Artena e a migliaia a Formia, in piazza, per festeggiare con voi. Quanto è stato importante l'apporto per i giocatori in campo e per voi in panchina?

"Il primo giorno che ho messo piede a Formia, i tifosi mi hanno subito chiesto un incontro per capire quali fossero le intenzioni e la voglia della società di poter fare bene quest'anno. Da subito ho detto che il Formia ha una tifoseria che nulla ha a che fare con la categoria. Ho voluto un confronto diretto con loro. La mia faccia è sempre a loro disposizione sia nel bene che nel male, nei momenti difficili e in quelli di festa. Dico questo perché loro meritano rispetto. Quando c'è da lottare loro rispondono sempre presente. Questa tifoseria deve far parte di altre categorie e mi sento di fare loro una promessa. Con la professionalità e con la costruzione di un qualcosa di positivo, faremo di tutto per portarli in altre categorie. Non so se sarà quest'anno o meno ma vogliamo arrivarci con programmazione, solidità e testa, con una stabilità importante che ci permetterà di fare bene".

Questo futuro potrebbe però non essere troppo lontano, visto che adesso avete la fase nazionale di Coppa Italia...

"Il nostro obiettivo non cambia, è una salvezza il prima possibile. La Coppa Italia non era in preventivo ma da subito sono stato convinto che questa squadra avesse grandi potenzialità. Sono stato il primo a bacchettare i giocatori per farli rendere sempre di più perché ero convinto che avessero qualità importanti. La squadra è stata fatta con grande dedizione e intelligenza, con grande testa. Sono stati presi giocatori che prima sono uomini e poi giocatori. Il Formia non è una squadra come le altre, chi viene qui deve avere un senso di appartenenza forte. I giocatori stanno dimostrando il loro valore, mister Gioia li sta valorizzando. Adesso pensiamo solamente a raggiungere la salvezza in campionato e poi perché no, spingerci più lontano possibile in Coppa, che è tutto un altro mondo e giocheremo con squadre veramente forti e deve essere per noi solamente un pregio e un lusso. Dobbiamo prenderla con tanta felicità questa cosa, era un obiettivo non prefissato ma ci dà tanto tanto orgoglio".

Tra il passaggio alla Lazio di Leonardo Campagna e la Coppa, è stata la tua settimana da direttore sportivo più bella?

"È una settimana che non dimenticherò, iniziata con la vittoria contro il Monte San Biagio in campionato, poi il passaggio di Campagna alla Lazio e poi la Coppa Italia. A livello personale è una grandissima gioia, una settimana che difficilmente dimenticherò".

Anelli ha detto che il suo sogno è vedere un giocatore del Formia in Serie A: ti senti di fargli questa promessa?

"Ho detto subito al presidente che a me piace programmare e valorizzare i ragazzi e il settore giovanile, dagli Allievi alla Juniores. Campagna deve essere l'esempio lampante che quando si lavora bene con testa e professionalità, i risultati arrivano. Oltre Campagna abbiamo altri elementi veramente interessanti. Mi auguro che con questi ragazzi si possa fare un discorso interessante, magari a fine campionato. Per me e il mio modo di lavorare è fondamentale lavorare con i giovani".

Un messaggio per i tifosi?

"Ringrazio ancora una volta tutta la gente formiana e tutti i tifosi e li invito a venirci a sostenere di più in massa la domenica. Per noi sono un valore aggiunto, devono starci vicini anche in campionato e non solo in Coppa. Quella è la ciliegina sulla torta ma ci devono dare la spinta anche in campionato per arrivare più in alto possibile".

Anche perché la classifica, Sora a parte, non è poi così lunga...

"Nel calcio tutto è possibile, bisogna soltanto crederci, chi ci crede bene e forte raggiungerà l'obiettivo. Il calcio è mentalità e io dico sempre una cosa che mi ha insegnato un mio ex allenatore: il calcio si fa per il bene della gente. Se facciamo calcio e non diamo emozioni alla gente che ci viene a guardare, non stiamo facendo niente. Dobbiamo dare emozioni, come quelle che abbiamo dato in Coppa Italia".

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