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Domenica, 28 Aprile 2024
La storia / Formia

"Salutami papà": l'intercettazione che riapre il caso della morte del boss Antonio Bardellino

Due inchieste della Dda di Roma e di Napoli si intrecciano. La prima scaturita dall'agguato a Formia al nipote Gustavo

La morte di Antonio Bardellino, boss e fondatore dei Casalesi, avvolta nel mistero e una doppia indagine che cerca di fare luce sulle dinamiche criminali ancora attuali. Da una parte infatti c'è l'inchiesta condotta dalla Dda di Roma scaturita dall'agguato al nipote Gustavo Bardellino, raggiunto da alcuni colpi di arma da fuoco a febbraio del 2022 mentre era in un autosalone Buonerba in via Ponteritto, località Gianola, a Formia. Dall'altra una indagine seguita invece dalla Dda di Napoli su presunti affari delle nuove leve della famiglia, nell'ambito della quale risultano indagate quattro persone. Entrambe riportano alla luce la questione legata alla morte del boss, gettando nuove ombre e nuovi dubbi.

Come riporta Caserta News, c'è una precisa frase intercettata dagli investigatori nel 2016 in una conversazione tra Silvio Bardellino, fratello di Antonio, e Gustavo De Vita, figlio del boss e della moglie Rita De Vita: "Salutami a papà", una frase che lascia ipotizzare che Antonio Bardellino non sia morto in Brasile nel 1988 per mano di Mario Iovine.

Intanto sono scattate nei giorni scorsi decine di perquisizioni nel sud pontino, tra Formia, Gaeta e Minturno, e anche a Caserta, proprio nell'ambito dell'agguato a Gustavo Bardellino. L'indagine della Dda vede indagate tre persone, ritenute in qualche modo legate al tentato omicidio. Si tratta del costruttore sanciprianese, residente a Formia, Luigi Diana, di Giovanni Lubello, ex marito di Katia Bidognetti (figlia del boss Francesco Bidognetti) e di Vito Iacopino, indagato per favoreggiamento, proprietario dell'appartamento di via Dei Pini, a Formia, dove è stato rinvenuto un covo bunker che in passato potrebbe esser stato utilizzato dal boss Antonio Bardellino. Agki arresti è finito invece Giuseppe Favoccia, 73enne formiano, ritenuto un fiancheggiatore del clan autonomo dei Bardellino.  In una perquisizione domiciliare è stata è stata trovata in suo possesso una pistola semiautomatica con matricola abrasa e munizionamento calibro 7,65. A carico di Favoccia l'accusa di detenzione e porto abusivo di arma da fuoco.

Dunque l'intercettazione "Salutami papà" e la scoperta di un covo nascosto nell'abitazione di Formia riconducibile in passato ad Antonio Bardellino aprono l'ipotesi che Bardellino non sia morto nel 1988 in Brasile, ucciso da Mario Iovine. Si indaga inoltre su altri elementi anomali raccolti nel corso delle investigazioni. Fra queste c'è un misterioso certificato di nascita richiesto dalla moglie Rita De Vita per una figlia nata nel 2003 da un certo "Marco Bardellino Diana", padre di cui però non sembra esserci traccia. Tutti elementi sui quali ora sono in corso ulteriori accertamenti.

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