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Domenica, 28 Aprile 2024
La sentenza

Scarface, condannato il capoclan: Giuseppe Romolo Di Silvio sconterà 20 anni

Si è concluso il processo celebrato con rito abbreviato al tribunale di Roma. Anche l'accusa, rappresentata in aula dalla pm Luigia Spinelli della Dda, aveva chiesto 20 anni

Sconterà una condanna a venti anni di carcere Giuseppe Romolo Di Silvio. Tanti ne aveva chiesti il pubblico ministero della Dda di Roma Luigia Spinelli e tanti ne ha disposti il gup del tribunale di Roma Roberto Saulino, al termine di un processo con rito abbreviato nato dall'inchiesta Scarface che, a ottobre del 2021, aveva portato complessivamente a 33 arresti tra componenti della famiglia rom, affiliati e collaboratori del clan. Giuseppe detto Romolo era accusato di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, sequestro di persona, spaccio di droga, furto e detenzione abusiva di armi, reati aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolazione mafiosa.

L'inchiesta e poi il processo hanno messo in luce il ruolo indiscusso di leader assunto da Romolo, già condannato in via definitiva a scontare 25 anni per l'omicidio di Fabio Buonamano, avvenuto durante la guerra criminale del gennaio 2010. A ricostruire gli affari governati dal capoclan e gestiti dai suoi sodali erano state le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. Estorsioni a imprenditori e cittadini, spaccio nelle zone della movida di Latina e perfino furti su commissione. Romolo, come era emerso dalle carte dell'inchiesta, con la forza intimidatrici del nome dei Di Silvio "voleva avere tutta la città in mano" e dal carcere romano di Rebibbia, dove era detenuto per il delitto di Buonamano, impartiva ordini ai familiari durante le visite.

Dopo gli arresti, 19 indagati avevano chiesto di essere giudicati con rito abbreviato, che consente lo sconto di un terzo della pena, e lo scorso gennaio sono stati condannati a 160 anni complessivi di carcere. Ora arriva anche la condanna a carico del capoclan, mentre per altri sei che avevano invece optato per il rito ordinario è ancora in corso il processo al tribunale di Latina.

Nella sentenza emessa nella giornata di oggi, mercoledì 5 luglio, il giudice ha anche disposto 20mila euro di risarcimento al Comune di Latina che, con l'avvocata Anna Caterina Egeo, si era costituito parte civile.

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